Regia di Andy Garcia vedi scheda film
La rivoluzione castrista a suon di musica.Dalla prospettiva del proprietario di un night.L'esordio registico(credo)del valente Andy Garcia si segnala per regalarci la narrazione della rivoluzione castrista a Cuba da un ottica nettamente anticastrista.E ne ha pure per Che Guevara che in una scena di questo film giustizia senza pietà un oppositore.Una scena che mi ha fatto sussultare non per qualche deriva ideologica ma solo per il fatto che non avevo mai visto un personaggio mito per una generazione trattato come un qualunque assassino.Poi sarà anche vero per carità,non mi interessa il lato politico.E anche Castro con i suoi castristi sono visti in accezione totalmente negativa.Un po'come succede nel Padrino ma a livello nettamente inferiore.La colpa dell'Andy Garcia regista è nel non aver trovato la giusta misura nella narrazione.C'è troppa carne al fuoco:amore che sfocia nel melodramma(con la scelta tra amore in America e rimanere tra i comunisti rivoluzionari),un ritratto storico che quasi accomuna i castristi ai nazisti(vedere il controllo sui numeri del night da parte dei rivoluzionari con una progressiva censura fino alla chiusura),la necessità di inserire musica da tutte le parti,anche quando è francamente pleonastica(e anche questo non stupisce visto che Garcia è anche musicista),insistere su tonalità da tragedia greca in modi assolutamente sovraccarichi.Il risultato è un feuilleton piuttosto stravagante,inutilmente annacquato da numeri musicali(che saranno pure piacevoli ma francamente molti sono inutili nell'economia della narrazione) in cui Garcia è praticamente onnipresente.Per il cast convoca praticamente tutto lo star system di radice ispanica e cubana,da Tomas Milian a Ines Sastre.Mancavano solo Natalia Estrada e il corvo ventriloquo Rockfeller.....
totalmente priva di misura
meglio che come regista
inattendibile
non si sforza più di tanto
ok
curiosa breve apparizione
ruolo di nulla utilità nella narrazione
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