Regia di Zhang Yimou vedi scheda film
Stimo moltissimo questo regista, e quindi nessuna prevenzione, ma trovo un po' artificioso l'argomentazione del viaggio in Cina, anche se non mancano le emozioni e le sfumature che ci arrivano al cuore, ma questo è frutto di altra cosa. Non ha saputo inserire a dovere la spinta che ha fatto fare il viaggio al padre e questo crea un distacco vero dalla storia, insomma dà l'impressione di parlare di due cose diverse e che mai si toccano. Il fatto di fare un parallelismo fra il rapporto con il bambino e suoi figlio sa di appiccicaticcio e l'emozione nel carcere è un po' forzosa. Capiamo benissimo quello che vuol dire e cioè che la nostra società è ormai lontana dal non vergognarsi dei propri sentimenti, ma trasformarlo in un teorema è troppo per il cinema. Ripeto, mi sono emozionato di fronte a delle scene e ce ne sono diverse, ma quello che manca è l'idea universale di cinema che amalgama il tutto. E' interessante il rapporto Giappone e Cina che viene fuori in maniera nuova e coraggiosa.
Certo uscendo dal cinema viene subito in mente il viaggio di Amelio, lo avrà visto prima di girare??
Siamo in Giappone ed un padre viene chiamato dalla nuora al capezzale del figlio che non vede da anni, per colpa di un rapporto sbagliato; il figlio si rifiuta di riceverlo, anche perché non sa ancora la gravità del suo male. Il padre prenderà la decisione di continuare un lavoro inziato dal figlio con un viaggio in Cina, per dimostrare al figlio i suoi sentimenti, questo viaggio chiarirà la situazione al padre per diversi versi.
Il bambino, volto ben guidato e che riesce ad entrarci dentro
La nuora, figura necessaria per il raccordo
BRavissimo, un volto che riesce a penetrarci dentro ion mnaiera fortissimo
Un'idea che non er amale, ma non sapuita sviluppare ed inserire in maniera giusta
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