Regia di Henri Colpi vedi scheda film
Thérèse (Valli) gestisce da sola un piccolo bar alla periferia di Parigi; il marito era stato preso 15 anni prima, durante l’occupazione tedesca, torturato e deportato, e non se ne è più saputo nulla. Thérèse sta accettando la corte di un camionista gentile e innamorato, ma un giorno vede passare un uomo che assomiglia moltissimo a suo marito, e che ha perso la memoria dopo essere stato deportato dai nazisti (a quanto gli hanno detto: lui non lo ricorda); lei è sempre più convinta che si tratti di suo marito e ritrova e rivive tutto l’amore che aveva provato per lui, anche dopo “una così lunga assenza”, titolo originale del film (Une aussi longue absence), che ne riassume il senso; ma dopo qualche giorno l’uomo, forse spaventato dal riaffiorare di ricordi dolorosi, scompare; Thérèse comunque lascia il camionista, nella speranza che con il freddo invernale l’uomo ritorni... come propone il titolo italiano che preferisce suggerire (come si usava) speranza e ottimismo...
Bravissima Alida Valli nel suggerire il mutare degli stati d’animo, dal ricordo lontano ma sempre presente pur nell’accettare la corte del camionista, al misto di sorpresa, gioia, speranza, di fronte al ritorno creduto del marito. Bravo anche lui: emozioni suggerite nel silenzio, nei volti, nei comportamenti, molto più che nelle parole; anzi, direi che queste sono la parte più inutile e più debole del film.
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