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Siamo tutti in libertà provvisoria

Regia di Manlio Scarpelli vedi scheda film

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La recensione su Siamo tutti in libertà provvisoria

di mm40
4 stelle

Il fratello del più noto Furio Scarpelli, probabilmente il più grande sceneggiatore (in coppia con Age) della commedia italiana, esordisce dietro la macchina da presa con questa pellicola dalle molte facce e, purtroppo, tutte già viste. Siamo tutti in libertà provvisoria, lungi dall'essere (per motivi puramente cronologici, in quanto ne esce in contemporanea) una rilettura del parecchio simile per contenuti Detenuto in attesa di giudizio di Nanni Loy, è piuttosto una riproposizione de Il commissario Pepe (Ettore Scola, 1969) in salsa grottesca/comica, cioè aggiornata alle ultime tendenze del cinema nostrano. C'è anche molto del poliziesco che sta per invadere il grande schermo - il film è sostanzialmente la cronaca serrata di un'indagine - e la componente fondamentale di sfiducia nelle istituzioni (da cui già il titolo) ne è la riprova definitiva; (in Italia) tutti siamo uomini liberi, ma soltanto finchè non diamo fastidio a qualcuno. Concetto kafkiano mischiato a un qualunquismo garantista che è ancora di piena attualità oltre quarant'anni dopo, all'epoca di chi scrive; infine, si possono rintracciare senza difficoltà effettivi punti in comune con L'illazione, unica regia di Lelio Luttazzi: ma è più probabile che la contaminazione sia avvenuta in senso contrario, cioè dal lavoro di Scarpelli a quest'ultimo, che uscirà solamente l'anno successivo (1972). Siamo tutti in libertà provvisoria è a tratti sbracatamente comico (la scena di apertura potrebbe tranquillamente appartenere a una sguaiata pellicolaccia con Alvaro Vitali o Lino Banfi), ma più spesso semplicemente kitsch (il grandangolo con cui viene inquadrato il giudice, dal basso, che suggerisce la deformità, la mostruosità del potere); se la sceneggiatura del regista e di Ruediger Von Spiss non è quindi nulla di eccezionale ed è per di più fortemente legata alla sua contemporaneità, va comunque apprezzato in toto il cast, frutto di scelte oculate fra caratteristi e seconde linee di tutto rispetto, con un paio di nomi di spicco a fare da ciliegina sulla torta; in ordine sparso: Philippe Noiret, Francesca Romana Coluzzi, Riccardo Cucciolla, Riccardo Garrone, Lionel Stander, Marilù Tolo, Ivo Garrani, Vittorio De Sica, Macha Meril, Claudio Gora. Un altro dei fratelli Scarpelli, Marco, si occupa della fotografia e Augusto Martelli, come sempre impeccabile, cura la colonna sonora. 4/10.

Sulla trama

Un onorevole muore improvvisamente; le indagini portano, fra gli altri, a un impiegato statale che ebbe accidentalmente contatti con l'uomo. Ma la giustizia lo prende di mira e per lui discolparsi diventerà un'impresa.

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