Regia di Hans-Christian Schmid vedi scheda film
Qualcuno ha percepito sussulti intimisti in Requiem.
Magari gli stessi che li hanno percepiti anche ne L'ora di religione.
A me fanno teneramente rabbia questi film, ispirati o meno che siano a vicende reali.
La vera storia di questa ragazza disturbata psichicamente non è altro che la storia degli effettivi disturbati che la circondano: padre, madre, amica, fidanzato, prete del paese completamente scemo e prete anziano un po' meno.
Salviamo giusto la sorellina piccola che poca voce avrà in capitolo.
L'ottusità di certi ambienti bigotti ed ignoranti è assodata, ma a questo festival dell'assurdo partecipano anche fidanzato ed amica di Michaela, incapaci di strappare la ragazza ai riti medievali ai quali verrà costretta da famiglia e comunità.
Film di denuncia, e siamo d'accordo, ma sterile ed ingenua, come spesso accade in questi casi, troppo smaccatamente incentrata sul lato negativo dei punti di vista, ciechi a qualsiasi barlume di razionalità illuminante.
Perché un cristiano dotato di buon senso dovrebbe compiacersi, o meglio, anche solo avvertire solleticato il suo afflato spirituale, per un film del genere?
A me preoccupa, semmai, un ulteriore allontanamento del non cristiano di non buon senso.
Come per il già citato L'ora di religione.
E' come sperare che la visione di Salvate il soldato Ryan induca un Generalone di Stato Maggiore a darsi al giardinaggio.
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