Regia di Camillo Mastrocinque vedi scheda film
Dal paesino, una felice coppia di sposini si sposta nella Capitale in cerca di fortuna nel brillante mondo del cinema. Non solo non la troverà, ma rischierà anche di dividersi.
Dopo qualche anno di apprendistato come aiuto (fra gli altri, di Genina e di Carlo Ludovico Bragaglia), alla fine degli anni Trenta Camillo Mastrocinque passò in prima persona dietro la macchina da presa, cominciando a licenziare in rapida serie una folta lista di titoli popolari che spaziano dal melodramma alla commedia. Quest’ultimo è il caso di Inventiamo l’amore, tratto dal testo teatrale omonimo di (Giuseppe) Achille e (Bruno) Corra con una sceneggiatura di Michele Galdieri; una pellicola snella, della durata di ottanta minuti scarsi, tutta improntata sul ritmo e sulla recitazione di un cast composto da attori assolutamente rodati e, nel caso dei più giovani, già ben formati: se Evi Maltagliati e Gino Cervi occupano i due ruoli centrali, infatti, al loro fianco compaiono anche Sergio Tofano, Clelia Matania, Amelia Chellini e, in particine neppure accreditate sui titoli di testa, i poco più che ventenni Gianni Agus e Massimo Serato. Tanto, tanto mestiere anche nella confezione, con la fotografia di Massimo Terzano, il montaggio di Eraldo da Roma e la colonna sonora di Ezio Carabella; nel complesso un’opera decisamente gradevole, priva di particolari morali o di colpi di scena imprevedibili, ma riuscita nelle sue modeste ambizioni in termini di garbato intrattenimento. 5/10.
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