Regia di Dennis Donnelly vedi scheda film
Sottovalutato thriller diventato un piccolo cult per via di una prima mezz'ora, decisamente impressionante, a base di sex & violence. Emblema della pellicola ne è l'attrice Kelly Nichols (vero nome: Marianne Walter), qui al debutto prima di dedicarsi quasi esclusivamente al cinema hard. Ottima la performance di Cameron Mitchell.
Los Angeles. Un uomo mascherato, munito con cassetta d'attrezzi, agisce all'interno di un condominio compiendo un triplice delitto, utilizzando un trapano elettrico e un martello. Vittime, giovani donne. L'assassino osserva quindi da una finestra Ann (Kelly Nichols), un'affascinante modella, sulla quale punta la sua attenzione. Non tarda infatti a introdursi nel suo appartamento, sorprendendola nuda in vasca da bagno per poi massacrarla con una sparachiodi. Contemporaneamente rapisce, nello stesso palazzo, la quindicenne Laurie (Pamelyn Ferdin). Le indagini della polizia rilevano che nessuna effrazione è stata compiuta per accedere ai vari appartamenti. Infatti il colpevole è il gestore del condominio, Vance Kingsley (Cameron Mitchell), in possesso delle chiavi di ogni locale, rimasto traumatizzato per la perdita della giovane figlia Katy, avvenuta in un incidente stradale dopo che quest'ultima aveva partecipato a un party. Ossessionato da una strana concezione di moralità, elimina donne single con una vita sessuale disinibita. Mentre tiene segregata Laurie, convinto di aver ritrovato in lei la figlia scomparsa, il fratello della ragazza - Joey (Nicolas Beauvy) - assieme al nipote di Kinglesy inizia a indagare, arrivando a rintracciare il locale con la cassetta degli attrezzi utilizzata dal killer.
"Ti ricordi di Katy? Te lo ricordi cosa è successo alla mia Katy? Era tanto giovane. Dio come era giovane! Ma i migliori muoiono sempre troppo giovani. Io credo che sia proprio Dio a volerlo, perché il mondo non li rovini. Io ci ho provato a tenerla sulla via del Bene ma oggi, in questo mondo, credo che sia impossibile..."
(Vance Kingsley)
Lo squartatore di Los Angeles: Kelly Nichols
L'unico lungometraggio di Dennis Donnelly - regista di celebri serie televisive (per citare le più note: Dallas, Charlie's Angels, A-Team, Falcon Crest e Lassie) - è un piccolo gioiello destinato ad acquisire valore con il passare del tempo. Nel 1977 il produttore di Los Angeles Tony Didio intende realizzare un film horror a basso budget, influenzato dall'enorme successo ottenuto da Non aprite quella porta (Tobe Hooper, 1974) [1]. Sulla base di questa intenzione incarica tre sceneggiatori (Neva Friedenn, Robert Easter, Ann Kindberg - quest'ultima in seguito prolifica produttrice) i quali, a parte l'idea del killer mascherato che può vagamente essere associata a Leatherface, seguono tutt'altro percorso basandosi su una serie di omicidi seriali avvenuti nel Michigan, compiuti da un assassino che utilizzava vari attrezzi da lavoro [2]. Opera suddivisa in due distinti tempi, con una prima mezz'ora particolarmente movimentata e caratterizzata da un'insana, ma estremamente efficace, commistione di sesso e violenza messa in scena con ispirata cattiveria e impreziosita da una contrastante melodia romantica ("Pretty lady" di George Deaton), alla quale fa seguito una seconda parte di indagine più convenzionale e meno stimolante, nella quale Cameron dà vita a questo folle padre deluso, misogino, ossessionato dal sesso e intenzionato a ristabilire l'ordine morale a Los Angeles.
Lo squartatore di Los Angeles: Kelly Nichols
Il film può contare sull'eccezionale presenza di Kelly Nichols (accreditata con il nome di battesimo Marianne Walter) nel ruolo della sensualissima quanto sfortunata Dee Ann, costretta ad apparire (e lo fa con grande partecipazione) costantemente nuda, finendo per essere uccisa dopo un'indimenticabile scena di masturbazione nella vasca da bagno. Secondo l'imdb Marianne in occasione della prima ha accompagnato i suoi fratelli a vedere il film quando è stato proiettato nello stesso cinema in cui aveva lavorato come usciere da adolescente. Lo squartatore di Los Angeles rappresenta il suo debutto sul set, destinato poi a intraprendere ben altra strada: "Coniglietta" di Playboy nel mese di maggio 1979, la Walter inizia una carriera nelle luci rosse con Bon appetit e That lucky stiff (1980) che - lungo ben 114 titoli (con poche eccezioni riservate al cinema regolare tipo C.H.U.D. o La strada della coca) - sino al 2015 la vede agire sui set di film per adulti anche in ruolo di truccatrice e in un'occasione persino da regista [3]. Poco apprezzato dal pubblico all'epoca dell'uscita nelle sale e destinato ovviamente a finire nella famigerata lista dei video nasty, Lo squartatore di Los Angeles potrebbe avere a suo modo ispirato persino Lucio Fulci (Lo squartatore di New York, 1982), mentre ha sicuramente impressionato Stephen King [4], diventando con il passare del tempo un titolo di culto sostanzialmente per l'efficacia della prima mezz'ora. È inoltre questo uno dei primi thriller a proporre sulle scene un maniaco all'opera con utensili, al quale faranno seguito, solo per citare i più noti: The driller killer (Abel Ferrara, 1979), Nail gun massacre (Bill Leslie, 1985) e The carpenter (David Wellington, 1988).
Citazione
"È un mondo questo, cattivo. Pieno di belve che si odiano, bestie feroci. La gente è terribile. Se si riuscisse ad eliminare tutto il Male... resterebbe soltanto il Bene. La vita è così semplice. Voglio dire: potrebbe essere così semplice. La vita è bella, ma noi la roviniamo. Prendi una donna, una povera donna malata, la signora Andrews: alcolizzata, sporca - ma così sporca! Per grazia di Dio sono molto umano, nutro compassione: ho fatto una cosa veloce, la più veloce possibile, perché non voglio procurare sofferenza (...) E quell'altra, quella che abitava nell'appartamento sotto al tuo, la guardavo senza che se ne accorgesse: era bestiale, avrei voluto andarmene ma non potevo farlo. Vedi, lei faceva cose terribili, gravi, sul proprio corpo. Cose sporche... come dire: innaturali, innaturali, innaturali. Cose sgradevoli, porco mondo!"
(Vance Kingsley)
NOTE
[1] Ironia della sorte, Hooper ne gira nel 2004 un mezzo remake (giunto anche in Italia, direttamente in home video) come Toolbox murders, film che avrà un seguito diretto da Dean Jones nel 2013 (Toolbox murders II).
[2] Nei crediti del film non ci sono riferimenti a fatti realmente accaduti, tranne un'ambigua didascalia sui titoli di coda.
[3] Tra i film V.M. interpretati da Kelly Nichols, giunti anche sui nostri schermi, si ricordano: La grande bocca di Odette (1980), Gran baldoria la vita... quando i vizi sono bagnati (1980), Crociera superporno (1980), Una donna scandalosa (1983), L'angelo del sesso (1983), Le infermiere dell'amore (1984), Formula 69 (1984), Servizio... a domicilio (1985), Sogni indecenti (1985). Ha lavorato assieme a Chuck Vincent, Veronica Hart e con i più celebri registi e attori dell'hard americano.
[4] Ha dichiarato pubblicamente che Lo squartatore di Los Angeles è uno dei film più spaventosi mai realizzati.
(Fonte: imdb)
Lo squartatore di Los Angeles: Kelly Nichols
"Di conseguenza, le opinioni degli uomini su ciò che sia degno di lode o di biasimo sono condizionate da tutte le molteplici cause che ne influenzano i desideri riguardanti l'altrui condotta (...). Dovunque vi sia una classe dominante, la morale del paese emana, in buona parte, dai suoi interessi di classe e dai suoi sentimenti di superiorità di classe."
(John Stuart Mill)
Pretty lady (OST di George Deaton)
F.P. 18/01/2022 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 93'49")
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