Regia di Michael Powell vedi scheda film
Ad inizio secondo conflitto mondiale, un U-Boot tedesco, dopo aver seminato morte con i suoi siluri, raggiunge la baia di Hudson. Qui è intercettato ed affondato dall'aviazione canadese, dopo, però, che alcuni ufficiali e marinai erano sbarcati per cercare provviste. Il gruppo di tedeschi, solo in terra ostile, è costretto ad attraversare il Canada - riducendosi man mano che procede - per raggiungere gli Stati Uniti, ancora neutrali, o una nave che li trasporti in Giappone. Questo film di guerra e d'avventura ha nitidi intenti propagandistici. Quasi tutti i tedeschi sono tratteggiati come feroci nazisti, assolutamente fedeli ad Adolf Hitler, e pronti ad ogni più bieco stratagemmma pur di mettersi in salvo. Essi uccidono, ingannano, distruggono, finchè ne rimane a piede libero uno solo, il quale, per pochissimo, non riesce nel suo intento. Di contro, la terra che attraversano, il Canada, è rappresentato come un vero e proprio eden. Nazione dai sani principi democratici, assicura ai suoi abitanti - siano essi canadesi, stranieri trasferiti, pellerossa o eschimesi - diritti, dignità e benessere. Ogni incontro porta ad un confronto tra i due stili di vita. Quasi sempre, i nazisti subiscono dolorose batoste morali - lezioni di coraggio, di buona politica, di "saper stare al mondo" - ma, o con cieca violenza, o tradendo la fiducia dei canadesi, riescono ad allontanarsi. Il ritmo è assai sostenuto; nonostante lo scarso realismo della vicende - i nazisti non rinunziano ai loro "costumi", compreso il saluto con il braccio destro teso, rischiando costantemente di farsi scoprire, mentre i "locali" sono d'indole tanto buona da apparire ingenui e creduloni, benchè coraggiosi e moralmente integri - la curiosità di sapere come finisce il racconto tiene vivo l'interesse. Ho apprezzato, in particolare, le sequenze che mostrano l'incontro dei reduci nazisti con l'antropologo Scott; quest'ultimo dà ospitalità nel suo accampamento ai tedeschi, ignorandone l'identità. Essi, dopo averlo ascoltato disgustati, l'accusano di codardia e decadenza; tuttavia, l'uomo, con perfetto "aplomb" britannico, tiene loro testa, e si mostra molto più coraggioso di quanto essi ritenessero. Appassionante anche lo scontro conclusivo, tra un soldato canadese e l'ultimo tedesco rimasto in circolazione. Gli attori che interpretano i tedeschi hanno una limitata libertà di esprimersi. I ruoli loro assegnati li vogliono cinici, crudeli, fanatici. Ho comunque apprezzato Eric Portman nei panni del loro capo, tenente Hirth. Notevole, inoltre, Leslie Howard nelle vesti dell'antropologo Scott. Ho visto il film per pura curiosità, e, inaspettatamente, mi è piaciuto. Sorvolando sugli aspetti propagandistici e sui conseguenti scarso realismo e tirate ideologiche, l'ho trovato un buon prodotto a tema avventuroso, arricchito dalle descrizioni delle bellezze naturali e delle ricchezze umane del Canada degli anni '40.
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