Regia di Don Siegel vedi scheda film
Interpretato nei più diversi modi, politicamente da destra, da sinistra e dal centro, oppure secondo un'ottica psicanalitica oppure sociologica, secondo me L'invasione degli ultracorpi resta un capolavoro del cinema anni Cinquanta perché sa incutere nello spettatore, ancora oggi (e immaginiamo l'effetto sul pubblico minacciato da venti di guerra fredda), un'inquietudine maggiore rispetto a qualsiasi altro film del genere. E lo fa con mezzi minimi, senza effetti speciali, ricorrendo al semplice artificio narrativo della sostituzione dei corpi. Quella raccontata da Siegel è una storia che si presta a diverse interpretazioni (sicuramente anche al di là delle intenzioni degli autori: lo scrittore Jack Finney, autore del romanzo, lo stesso Siegel e Sam Peckimpah, collaboratore alla sceneggiatura, erano considerati di destra, mentre lo sceneggiatore Daniel Mainwaring e il produttore Walter Wanger erano di orientamento progressista) e ci aiuta a capire come ogni film vada, prima di tutto, contestualizzato al periodo in cui viene concepito e realizzato. E forse anche in quersto consiste la grandezza, a distanza di 56 anni - dell'Invasione degli ultracorpi.
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