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L'invasione degli ultracorpi

Regia di Don Siegel vedi scheda film

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La recensione su L'invasione degli ultracorpi

di Baliverna
10 stelle

Capolavoro della fantascienza, è un film solido e preciso, che narra una vicenda in modo molto coinvolgente, e decisamente arricchito da un discorso sull'essere umano che non dovrebbe piacere ai molti materialisti moderni. Non dovrebbe, ma alla fine nessuno se ne accorge. Noi non siamo cioè il nostro corpo. Nei nostri occhi si vede rilucere un qualcosa di indefinibile che, se pure ci si può non far caso, quando questo qualcosa scompare si nota un'assenza tremenda e inquietante, così essenziale che la persona non è più la persona, ma quasi un manichino. Questo qualcosa è l'anima. La metafora del film è fin troppo chiara: nel nostro mondo occidentale stiamo subendo (già nel 1956, figuriamoci oggi...) un processo di disumanizzazione, nel quale stiamo perdendo ciò che è più propriamente umano (amore, altruismo, compassione, gioia, dolore...) e rischiamo di diventare dei robot o dei cadaveri ambulanti. La propria umanità – come crede fermamente l'indomabile protagonista – ha un valore inestimabile, nonostante comporti anche il dolore oltre alla gioia. Eppure molti sono pronti a svenderla per una vita con la pancia piena e senza seccature.
Don Siegel, con pochi effetti speciali ma molte capacità, diresse un grande film di fantascienza, nel quale certamente credeva. Poi, a vedere il pessimismo e la crudeltà dei suoi film successivi, si direbbe che fosse persuaso che gli ultracorpi avessero vinto. In ogni caso, questo film non ha avuto il successo che si meritava, e Kevin McCarthy continuò a navigare nella serie B senza mai raggiungere l'olimpo delle star.

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