Regia di Don Siegel vedi scheda film
Alieni che cancellano la mente delle persone prendendo possesso dei loro corpi e trasformandoli in docili servi del pensiero dominante (evidentemente sono fra noi già da millenni, vista la storia dell’umanità), o metafora di una pandemia ideologica totalitaria che subdola e sotterranea tutto appiattisce e distrugge, oppure ancora specchio di una società sotto psicosi collettiva che esaspera valori fondanti quali tradizione, conformismo, senso di appartenenza fino a renderli opprimenti ed insopportabili?
Qualsiasi chiave interpretativa si preferisca, gli innumerevoli spunti di riflessione quali amore, follia, tolleranza, discernimento, autoritarismo, incomunicabilità, convenzioni, ed altro, dimostrano che siamo di fronte ad un gigantesco “piccolo film”.
Fulgido esempio di cinema a tesi per i contemporanei, riscoperto poi col tempo espressione sempre più lucida ed attuale di inquietudini e tensioni universali.
Realizzato con obiettivi e mezzi modesti, ebbe il dono di avere dietro la cinepresa lo “pseudo-artigiano” Don Siegel, straordinario regista assai sottovalutato, che quasi dal nulla creò un capolavoro di contenuti e stile (il migliore di una carriera eccellente ed atipica, a mio modesto parere).
La pellicola si fregiò di un’altra impresa all’epoca: grazie all’ambiguità dei significati passò indenne l’opprimente censura maccartista, finendo però, per contrappasso trascurata dalla critica.
Siegel vide riconosciuto il suo valore di maestro negli anni “80, ma la fama d’autore di serie B non l’abbandonò mai completamente, tanto che un’opera così importante e complessa fatica ancora ad ottenere un posto fra le più importanti del cinema (rimanendo per molti un semplice classico di fantascienza angoscioso e carico di suspence).
Giudizio invece assolutamente da OTTIMO!
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