Regia di Mac Ahlberg vedi scheda film
Terzo tassello di una trilogia drammatica, diretta da un regista svedese ospite in Danimarca. L'erotismo soffuso cede presto il posto alla difficile condizione di una sensibile adolescente, alle prese con la scoperta della sessualità.
L'adolescente Birthe (Inger Sundh), scopre la madre Siv (Gunbritt Öhrström) a letto con un collega di lavoro. Sconvolta dal contesto, che comprende giocattoli erotici e fotografie di nudo, Birthe fugge da casa. Birthe conosce Egon (Søren Strømberg) con il quale passa una serata in discoteca sino all'improvvisa rissa scatenata da un gruppo di Hell's Angels. La coppia ripara in una comune, dove però - a causa di una foto che ritrae la madre nuda - Birthe viene considerata lesbica e costretta alla fuga. Viene accolta dall'immigrato di colore Stephen (Tom Scott) - un collega di lavoro di Siv - e sua sorella Lisa (Ellen Faison). Disperata e avvilita, Birthe ha il suo primo rapporto sessuale con la ragazza di colore. Ma non è affatto soddisfatta della situazione.
Turbamento di una minorenne: Ellen Faison e Inger Sundh
Terzo tassello di una trilogia soft girata dal regista Mac Ahlberg, preceduto da Io, donna (1965) e Anch'io sono una donna (1968). Protagonista del film è la delicata svedese Inger Sundh (all'epoca ventitreenne), in un ruolo fortemente drammatico. A lei si affianca - in una parte marginale - Søren Strømberg, in seguito volto presente nella serie danese diretta da John Hilbard (sengekanten o bedside). Prima di cedere all'hard con quattro raffinati erotici interpretati da Marie Forså (somigliante non poco a Inger Sundh), Mac Ahlberg tratta con estrema delicatezza il tema dell'adolescenza. In un periodo in cui crollano molti tabù, il regista affronta con assoluta serietà il disagio di una ragazzina che scopre, con dolore, quanto sia disinibita la madre (nel film Gunbritt Öhrström non è molto indicata nel ruolo, essendo classe 1935, quindi con appena dieci anni in più della protagonista). La sceneggiatura, opera di Peer Guldbrandsen, è insolitamente avanti nel tempo: nonostante il film sia stato girato in pieno clima '68, "i figli dei fiori" vengono descritti con certo distacco, messi a nudo nell'inutilità di praticare un edonismo fine a se stesso (droga e sesso libero) e addirittura talvolta intolleranti a tematiche omosessuali. Grande apertura, invece, gli autori mostrano verso argomenti che ancora oggi molti - purtroppo - non arrivano ad accettare.
Turbamento di una minorenne: Tom Scott e Inger Sundh
Il fatto che Birthe abbia il suo primo rapporto con una ragazza di colore, non può definirsi obiettivo erotico perseguito da Mac Ahlberg. La scena è girata nel massimo rispetto delle due protagoniste, con nudi parziali e con punti macchina che non esaltano affatto i due corpi nudi. Nulla di erotico viene proposto, se non invece un'apprezzabile contesto per cercare di contrastare, e far crollare, due pregiudizi al medesimo tempo. Turbamento di una minorenne, a dispetto di quello che ci si potrebbe aspettare, sfiora il soggetto sessuale per raccontare ben altro. La bravissima Inger Sundh dà corpo a un'adolescente turbata (come da titolo italiano), spesso in lacrime, combattuta tra realtà (la madre disinibita, emancipata) e pulsioni "naturali" verso persone del suo stesso sesso. Girato con una splendida fotografia (opera dello stesso regista) e interpretato da buoni attori, il film è pieno di contenuti, esposti con grazia da un autore in grado di affrontare temi delicati con profondo rispetto. La versione originale presenta un doppio linguaggio, con scene alternate in lingua inglese e danese. Non è un caso, ma un'ulteriore prova dell'apertura mentale di Mac Ahlberg, regista che guarda con ottimismo - come dimostra il lieto finale - a un mondo (purtroppo utopistico) in cui predomina la tolleranza, al fianco del rispetto per quei valori universali che dovrebbero essere dati per scontato.
Turbamento di una minorenne: manifesto alternativo
Turbamento di una minorenne: manifesto dell'edizione danese
"Abitua il tuo intelletto al dubbio e il tuo cuore alla tolleranza." (Georg Christoph Lichtenberg)
F.P. 17/04/2020 - Versione visionata in lingua inglese e danese (durata: 78'30")
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