Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Tanta l'attesa per la nuova doppia fatica di Clint Eastwood,dopo il secondo Oscar vinto da regista per "Million dollar baby":progetto azzardoso e ingegnoso insieme,il duplice lavoro sull'epica battaglia di Iwo Jima tra americani e giapponesi,già portata sullo schermo cinquant'anni fa da John Wayne(uno dei pochi film in cui non arrivava vivo ai titoli di coda) è un discorso sulla guerra visto da due versanti opposti e nemici.Accuratissimo nelle scene riguardanti lo scontro interminabile e violentissimo sulla spiaggia dell'isola,"Flags of our fathers",com'era possibile prevedere,dato anche il momento storico in cui esce,con una credibilità della potenza USA ai minimi termini,si è attirato più di una bocca storta dal pubblico,che non è andato con particolare entusiasmo a vederlo,giudicando dagli incassi non straordinari;per quanto riguarda le parti del dopoguerra,c'è un'impostazione molto classica che in un certo senso ,raffrontata appunto al modo "post-soldato Ryan" in cui viene mostrata quella guerra vista in centinaia di altri film ,che pareva così diversa da quella sporca del Vietnam,sa di antico.In un risultato filmico che sta tra il celebre film di Spielberg(qui coproduttore), e "La sottile linea rossa"(specie nell'immagine finale dei soldati che si tuffano in mare,pausa goliardica dall'orrore sanguinoso del combattimento),Eastwood sta sempre un passo lontano dalla retorica,che qualcuno invece gli ha riconosciuto:la sincerità scorticata con cui questo progetto è stato messo su è testimoniata dall'immninente "altro versante" nipponico che uscirà l'anno venturo.Per dirci che ogni guerra è in fondo simile alle altre,che si porta via dietro la propaganda e i cambiamenti storici e politici conseguenti miriadi di ragazzi condannati a uno scempio fisico e morale,il coriaceo Clint ,inarrestabile, ha dato vita a uno dei più impegnativi tra i suoi lavori.Non il film che forse ci aspettavamo,ma riparliamone tra qualche anno,si spera in un periodo in cui si affacci un pò di pace.
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