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Flags of Our Fathers

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su Flags of Our Fathers

di giurista81
7 stelle

Secondo capitolo curato da Clint Eastwood, già regista de Lettere da Iwo Jima, sulla battaglia tra Stati Uniti e Giappone andata in scena nel secondo conflitto mondiale sull'isola di Iwo Jima. 

Costruito su un montaggio alternato orchestrato su tre piani temporali (seconda guerra mondiale - post seconda guerra mondiale - presente), Flags of Our Fathers apprende appieno l'insegnamento lasciato da Steven Spielberg e dalla regia relativa allo sbarco in Normandia mostrato in Salvate il Soldato Ryan (da cui arriva anche l'attore Barry Pepper). Eastwood ne mutua lo stile frenetico, con soggettive, semi-soggettive e steadycam, oltre che la drammaticità e la truculenza delle immagini. Pressoché identiche le sequenze dello sbarco, così come le soggettive dei giapponesi che sparano con la mitraglia dai rifugi scavati nella sabbia.

Decapitazioni, sventramenti e teste che esplodono rendono realistica la visione in battaglia, dando la sensazione allo spettatore di essere calato tra i soldati. Il montaggio, particolare, soffoca il ritmo, distillando le scene della battaglia che vengono spezzettate su tutto il fllm e intervallate da momenti connessi a periodi ambientati in altra epoca. Flashback, ricordi e sovrapposizioni di suoni sono gli escamotages che permettono di cucire le parti di storia. 

Le sequenze di guerra sono di gran lunga la parte migliore della pellicola che propone poi un ragionamento legato al concetto di "eroe" e sulla strumentalizzazione per finalità politiche della geste di giovani comuni mandati a combattere nell'inferno della guerra. I soldati, ora acclamati e quasi venerati,a poco a poco vengono dimenticati, vittime dei ricordi e dei rimorsi, in balia di un demone da cui non riusciranno più a liberarsi.

Grande dispiego di mezzi, con un mix di computer grafica (le imbarcazioni che occupano lo squarcio marino) ed effetti di scena. Molte comparse, sparatorie continue e grandi effetti sonori (due nomination all'oscar). Clint Eastwood si dimostra regista versatile, assai bravo anche nell'azione di presa commerciale. Buono, ma non eccelso.

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