Regia di Franz Marischka vedi scheda film
Disavventure balneari di un contadino (interpretato da un celebre comico della TV tedesca), alle prese con bellezze teutoniche prive di veli, sulle spiagge di Ibiza. Una commedia di scarso effetto, ma vivacizzata da musiche allegre e affascinanti "corpi" femminili.
Bassa Sassonia, Ostfriesland. Dopo una panoramica contadina ad ampio raggio, il punto macchina stringe su un allevamento dove il fattore Karl (Karl Dall) è impegnato a mungere a mano le mucche, sperando di poter comperare una mungitrice automatica. La stalla è piena di sexy poster del suo idolo: la cantante pop Linda Lou (Isa Haller). Un bel giorno, il postino consegna a Karl una cartolina, spedita da Ibiza e autografa dalla stessa Linda, scritta in realtà, come per tutti gli ammiratori dell'artista, dalla segretaria Krista (Olivia Pascal). La risposta della cantante, fraintesa da Karl, lo spinge a montare in sella della sua bicicletta e partire - a tempo di record - verso l'isola delle Baleari. Sulle spiagge, in giacca, cravatta e cappello, a Ibiza incontra effettivamente Linda, facendo conoscenza con altri turisti, tra i quali: due giovani in cerca di avventure (Frankie e Slowly); la supersexy Krista; la ninfomane Rita (Bea Fiedler), moglie del geloso proprietario della "Pension Blankenese", Harald (Werner Böhm); la sfacciata Barbara (Jacqueline Elber).
Attorno al 1980 i film con tematica balneare hanno avuto una certa diffusione, tanto che persino un regista come Franz Marischka abbandona le Alpi, assieme alle usuali ambientazioni bavaresi, per dedicarsi alle spiagge e alle avventure estive dal "sapore di mare". Certo è che Marischka, più che al film di Vanzina, distribuito qualche mese prima nelle sale, guarda con molta probabilità a due produzioni tedesche che anticipano l'argomento: L'ultima isola del piacere (sempre con Olivia Pascal, diretto da Hubert Frank nel 1978) e Cola e Candy, Chocolate (Sigi Rothemund, 1979). Girato veramente ad Ibiza, Sunshine Reggae - A Ibiza isola arraposa punta sulla presenza di un attore comico, showman e cantante molto celebre in patria: Karl Dall, vincitore di un premio "Ernst Lubitsch" per la sua performance nella commedia Quartett im Bett (1968), all'epoca delle riprese spesso presente in televisione. Una sorta di "Fico d'India" ante litteram, per il suo inusuale aspetto estetico e per l'espressione di una comicità, per l'appunto, più televisiva che cinematografica.
L'ultima pellicola diretta da Marischka, sceneggiata da Erich Tomek, affronta un tipo di ironia elementare e poco efficace (Linda frantuma i vetri quando sorride; il marito geloso di Rita, quando la scopre con altri uomini, crede di essere vittima di allucinazioni), ma stranamente è dotata di un ritmo piuttosto alto, in virtù delle graziose presenze femminili, unica ragione che ancora oggi può indurre a prenderne visione. Risalta, sicuramente, Bea Fiedler, bellezza teutonica già apparsa all'epoca, sui nostri grandi schermi, come vera e propria vamp, poco vestita, ne L'infermiera in vacanza (Franz Josef Gottlieb, 1978), Il succhione (Carl Schenkel, 1979), Le supersexy mogli svedesi (Walter Boos, 1980), Myriam - Una femmina da letto (Andreas Katsimitsoulias, 1982) e Le bambole di carne (Schulmädchen Porno II di Volker Boese, 1983), nonché presente nel cult sexploitation, Linda (1981), di Jesús Franco. A seguire, l'altrettanto piacevole Olivia Pascal - presenza fondamentale ne La porno villeggiante (Sigi Rothemund, 1977) e I pornodesideri di Silvia (Franz Josef Gottlieb, 1977) -, attrice capace di passare da un set di Borowczyk (Interno di un convento, 1978) a uno più disorientato di Jesús Franco (Profonde tenebre, 1981), poi adattatasi al mezzo televisivo, in produzioni che la vedranno coinvolta sino ad oggi (Zu jung zu sterben. Ein Krimi aus Passau, 2022). Meno interessante, pur se da protagonista, appare invece il ruolo attribuito a Isa Haller, interprete di una manciata di film, al debutto nel 1980 in una commedia dal titolo Heiße Kartoffeln (traducibile come "patate bollenti", basato sulle sexy esperienze di una studentessa, scambiata per ginecologa), opera dell'altro titolare di "commedie sexy bavaresi" (Sigi Rothemund) e qui al suo titolo più famoso. Infine, in una breve particina, è presente anche Christine Schuberth (la "Josefine Mutzenbacher" de La contessa e i suoi amanti e seguiti). Sunshine Reggae - A Ibiza isola arraposa, girato con stile da "buona la prima", brilla appunto per queste presenze, rappresentate in scene di nudo oggi impensabili per opere destinate al grande schermo. Curiose le dinamiche distributive successive, a destinazione home video, con variazione della colonna sonora che, all'origine, era decisamente ficcante, composta dalle hits internazionali del momento. Resta debole traccia nella versione alternativa, inserita come surrogato, per esempio dell'indimenticabile Sunshine Reggae dei Laid Black (uno dei brani originali che dà titolo al film, al pari di altri orecchiabili nel trailer e presenti solo nella versione cinematografica, poi sostituiti nelle edizioni VHS e DVD per motivi di copyright [1]).
Critica
Su "La Stampa", del 22 maggio 1984, sono brevemente recensiti tre film in uscita nelle sale italiane: L'ascensore (Dick Maas, 1983), American Blue Jeans (David Fisher, 1981) e il film di Marischka. Quest'ultimo è presentato, a firma dell'anonimo A.V., in questi termini:
"Sunshine a Ibiza - Bambole, bionde e reggae.
SUNSHINE REGGAE di Roberts e Maritshka, con Karl Dahl (anziché 'Dall', refuso all'origine), Olivia Pascal, Isa Haller. Commedia, colori, Germania federale, 1983.
Filmettino tedesco del tipo balneare-turistico musicale, intitolato in origine «Sunshine Reggae auf Ibiza» e realizzato per propagandare le attrattive di una delle Isole Baleari, Ibiza appunto, e del suo capoluogo d'ugual nome. La futile vicenda ha tra i personaggi un imbranato contadino teutonico che gira sempre in bicicletta come il Tati portalettere di «Jour de fête» e, in compagnia dell'inseparabile velocipede, sbarca a Ibiza per intrupparsi in una compagnia di giovani e ragazze, svelti nel fare di lui il fesso che paga, e paga col miraggio di beneficiare dei favori di qualcuna delle bionde bambole. Il racconto non ha capo né coda: è solo il pretesto per mostrare suggestivi luoghi dell'isoletta mediterranea, sul cui sfondo si muovono, ancheggiando, le bambole suddette, tutte sollecite nel liberarsi spesso dei vestiti o dei bikini, così da entrare, di regola, già spogliate nell'inquadratura."
Visto censura [2]
Il 29 marzo 1984, Sunshine Reggae - A Ibiza isola arraposa ottiene visto censura n. 79727, rilasciato con divieto di visione ai minori di anni 18. Dal verbale allegato al nulla osta:
"La Commissione (…) esprime parere favorevole alla concessione del n.o. di proiezione con il divieto di visione ai minori degli anni 18 per gli argomenti trattati ed i dialoghi, che possono turbare la sensibilità dei minori."
Metri di pellicola dichiarati: 2500 (circa 92'30" in proiezione cinematografica)
NOTE
[1] Scomparsi, nelle edizioni home video: Sunshine Reggae (Laid Black), Dolce Vita (Generazione Anni '80), I Like Chopin (Gazebo) e Vamos a la play (Righeira).
[2] Dal sito "Italia Taglia".
Sunshine Reggae - A Ibiza isola arraposa: Bea Fiedler
"Ibiza è fuori dal tempo e dalle convenzioni. A Ibiza dimentichi le ore, le regole, i doveri. Spesso, anche la ragione."
(Fabrizio Caramagna)
Lazy Lovin (Gerhard Heinz)
(Video soggetto a limiti d'età)
F.P. 08/01/2023 - Versione visionata in lingua tedesca (durata: 81'41")
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