Regia di Junji Kurata vedi scheda film
Il monte Fuji, il lago Sai, la foresta dei suicidi Aokigahara. Sono solo alcuni dei luoghi che Junji Kurata utilizza per sviscerare indizi di un terrore atavico e sociale. Imperfetto sì, farraginoso pure ma immerso in un climax da Grand Guignol e in uno scenario di panico lacustre che discende direttamente dalla fantascienza americana degli anni 50. Un piccolo cult che vola a briglie sciolte.
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