Regia di Amando de Ossorio vedi scheda film
Amando (senza erre) de Ossorio (galiziano, 1918 - 2001) riesce nell'impresa, abbastanza difficile, di far sembrare originale una versione iberica ed autarchica della "Notte dei morti viventi" (1968) di Romero. Là erano i cadaveri risvegliati dalle radiazioni nucleari, qui i Templari risvegliati dalla sete di vendetta per la morte violenta patita secoli prima: in America è la tecnologia che genera i mostri, nella vecchia Europa è la Storia che torna a flagellare il genere umano con la propria violenza (e non a caso la Spagna in cui uscì il film di de Ossorio assisteva agli ultimi rantoli del regime franchista). Ovviamente i primi ad essere colpiti sono coloro che si comportano con ingenuità, senza tenere conto del peso delle tradizioni: così come la giovane Virginia, che si butta dal treno in corsa per avventurarsi in quella landa desolata, dalla quale era stata diffidata, e passa la notte nel vecchio convento, addirittura indossando il baby doll ed addormentandosi con la radiolina che trasmette musica jazz. E i Templari raramente apprezzano la musica jazz.
"Le tombe dei resuscitati ciechi" - un titolo che mette paura da solo - è un film spregiudicato anche per la truculenza di certe scene (che comunque non disturba mai) ed anche per una certa audacia in campo sessuale, anche se moralisticamente la nudità e il sesso sono sempre associate al sangue che sgorga dai tagli causati dalle spade dei cavalieri. I quali sono sì ciechi, ma ci sentono benissimo e (trovata geniale del regista) riescono ad individuare le proprie vittime ascoltandone il battito cardiaco, come se si fosse nel racconto "Il cuore rivelatore" di Poe. Trattandosi di cavalieri, era impossibile per il regista riprodurre l'andatura catatonica degli zombi romeriani, anche per la difficoltà di costringere i cavalli a mantenere un simile passo, ragion per cui de Ossorio ricorre all'espediente di far muovere sempre i cavalieri al ralenty, anche per dare alle vittime designate il vantaggio della mobilità. Ma neppure il treno servirà per sfuggire alla sete di sangue dei terribili guerrieri medievali: approfittando della lentezza del mezzo (neanche fosse la littorina per Saline di Volterra), i Templari fanno strage di donne e bambini e si apprestano a scendere alla stazione successiva, provocando l'urlo finale di terrore dell'unica sopravvissuta e del capostazione. (7 marzo 2008)
Virginia è una ragazza straniera in vacanza in Spagna insieme al fidanzato Roger. Incontrata la vecchia amica Betty, con la quale anni prima aveva avuto una relazione, la ragazza s'ingelosisce e fugge dal treno che sta attraversando una landa desolata. Passerà la notte in un antico monastero, nei pressi del quale giacciono i cadaveri di una setta di Templari, dediti a riti satanici e bruciati sul rogo cinque secoli prima, che hanno la brutta abitudine di risvegliarsi ogni notte per andare a dissetarsi con il sangue altrui.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta