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Il Vangelo secondo Simone e Matteo

Regia di Giuliano Carnimeo vedi scheda film

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La recensione su Il Vangelo secondo Simone e Matteo

di Dik
2 stelle

Quinto ed ultimo film della coppia Paul L. Smith (Adam Eden) e Michael Coby (Antonio Cantafora), i sosia non richiesti di Bud Spencer (Carlo Pedersoli) e Terence Hill (Mario Girotti) e seguito di "Simone e Matteo - Un gioco da ragazzi" (1975) sempre diretto da Carnimeo. L'unica vera fortuna della storia scritta da Ugo Tucci, Pier Luigi Alberti e Gabriella Giustini (questi ultimi anche sceneggiatori), è che non c'è bisogno di guardare il film precedente per capirci qualcosa, visto che i rimandi sono del tutto insignificanti e le idee fumose e confuse degli autori, avrebbero comunque relegato questo lungometraggio ad un lavoro a sé stante, piuttosto che ad un sequel. D'altronde, l'impegno è ricopiare, ambientando ai giorni nostri, le situazioni della pellicola "Porgi l'altra guancia" (1974) di Franco Rossi. I doppiatori sono gli stessi di Bud & Terence (rispettivamente Glauco Onorato e Pino Locchi) e la cosa già provoca amarezza, gli stuntman sono quasi interamente quelli storici della coppia, eppure le coreografie sono modeste e la direzione è pessima; una sensazione desolante di grigiore... come quando una persona, non invitata, si imbuca ad una festa di matrimonio, mangia a sbafo e scappa senza neppure ringraziare. Assurdo. Gli unici che si salvano sono Guido e Maurizio De Angelis (che si firmano Juniper), i quali ripropongono l'orecchiabile "On my way", già presente nella pellicola dell'anno prima. Una canzone per due film; d'altronde, se il lavoro della coppia Spencer-Hill vale almeno il doppio di queste fotocopie sbiadite... i conti tornano.

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