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Vedove inconsolabili in cerca di... distrazioni

Regia di Bruno Gaburro vedi scheda film

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La recensione su Vedove inconsolabili in cerca di... distrazioni

di mm40
2 stelle

Tre episodi ambientati a Milano, Roma e Napoli, con protagoniste altrettante vedove. Una 'consuma' il marito per poi sposarne un amico. Una, scoperto il giro di prostitute del marito, decide di fargliela... e farsi pagare. Una scopre alla morte del marito di essere stata tradita, ma anche di essere ricca.


Il giovane Bruno Gaburro (classe 1939) esordisce con questo titolo pruriginoso nel cinema; riveste qui sia il ruolo di regista che quello di sceneggiatore (insieme a Gianluigi Anelli e Giacomo Gramegna), firmandosi in entrambi i casi con l'equivoco pseudonimo di Bruno Gaber. Il menu è fin troppo chiaro ed esplicito: un'ora e mezza di intrattenimento a base di sesso; sesso accennato, parlato, appena appena suggerito nelle immagini (qualche parte anatomica femminile neppure del tutto denudata, ma certo inquadrata in maniera ben più audace del consueto), ma pur sempre sesso. E per il 1968 italiano questa era una ventata di novità non da poco. La censura nel Belpaese stava cedendo sotto i colpi della rivoluzione sessuale e dell'avvento al potere (consumistico, quantomeno) delle nuove generazioni e, con loro, di una rinnovata morale; ciononostante per quel preciso momento storico Vedove inconsolabili in cerca di... distrazioni riesce a osare perfino troppo, risultando a suo modo avanti con i tempi: certa commedia sulle corna facili e sulle 'coppie aperte' è ancora di là da venire per i nostri schermi. Naturalmente l'aspetto ridanciano, scopertamente barzellettistico del lavoro è il grimaldello per poter parlare di simili argomenti con simili toni e simile linguaggio. Indubbiamente il budget è piuttosto ristretto qui: tanto per cominciare lo suggerisce la pellicola in bianco e nero, ma anche l'assenza di nomi rilevanti nel cast dice qualcosa in tal senso. Tra gli interpreti: Luisa Rivelli, Gabriella Pallotta, Carla Romanelli, Giancarlo Del Duca, Adolfo Lastretti, Arturo Fernandez; musiche di Coriolano Gori e montaggio di Bruno Mattei. Drastico il cambio di rotta per Gaburro nella sua opera seconda, il nietzschiano e marcoferreriano Ecce homo: sarà solo un incidente estemporaneo sulla strada di un modesto artigiano di pellicole sexy. 2,5/10.

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