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Watang! Nel favoloso impero dei mostri

Regia di Ishirô Honda vedi scheda film

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La recensione su Watang! Nel favoloso impero dei mostri

di giurista81
1 stelle

Tremendo è dir poco (erano anni che non vedevo una boiata del genere) e non tanto per gli effetti speciali, che sono anche divertenti, ma per tutto il resto. Ishiro Honda, aiuto regia di un certo Akira Kurosawa (e non di Bruno Mattei, con tutto rispetto), porta in scena un film privo di idee (sembra un copione di un bambino di cinque anni) che ripropone, in peggio, i cliché della saga Godzilla di cui si rende ufficiale sequel senza nulla aggiungere.

La pellicola parte in modo interessante e curioso, con un uovo gigante ritrovato in mezzo al mare. Non fatevi però prendere dagli entusiasmi, c'è subito da sorvolare sul motivo che lo ha portato fin lì (sembra un maremoto!?). La cosa tuttavia non stupisce più di tanto i cittadini (cose che succedono nel Giappone nuclearizzato). Un gruppo di avidi imprendidori si muove subito e acquista l'oggetto dai pescatori artefici del recupero. Impossibile stabilire un prezzo, direte voi? Niente affatto. Si prendono le misure dell'uovo, si parametrano alle misure dell'uovo di una gallina e si moltiplica il primo dato sottratto il secondo per il costo dell'uovo della gallina; semplice, no? Del resto non c'è da perdere tempo. L'uovo può essere un'attrazione e quindi ecco subito i cattivoni pronti a speculare. L'uovo viene ingabbiato e chi intende vederlo o studiarlo dovrà pagare un biglietto. Lo sceneggiatore provvede a inserire una marcata retorica a base di critiche di matrice ecologista, anti-nuclearista, anti-bellica e anti-capitalista, persino velati strali contro la legislazione che non tutela la ricerca a beneficio dei privati. A chi spetterà il ruolo di denuncia? Facile, ai giornali, detentori di un potere tale da influenzare le masse. Solo che in Giappone, a quanto pare, non ci sono né Goebbels né Berlusconi tanto che nessuno si fila gli articoli. Lo sceneggiatore potrebbe lavorare su questi aspetti, ma non lo fa. Butta là le idee e gli spunti in modo becero e banale con dialoghi che fanno gridare lo spettatore adulto (ci sono battute di tale fattura: "non avrei mai pensato che esistessero persone del genere!" oppure "ecco, qui è dove dovrebbero venire ad abitare tutti coloro che inneggiano per la guerra!"). Non c'è alcun sviluppo ulteriore, solo dialoghi a commento di quanto viene mostrato. Poi, giusto per salvare la baracca (dovrebbe essere l'aspetto forte del film ed è invece quello che lo sotterra definitivamente), quando tutti si stanno interrogando su cosa potrebbe succedere nel momento in cui l'uovo si dischiuderà  o se sia o meno giusto riconsegnare il reperto al suo habitat naturale (giungono persino dal luogo di provenienza dell'uovo due odiosissime rappresentati canterine formato mignon, roba stile grillo parlante di Pinocchio, per chiedere la restituzione senza suscitare perplessità come se gli gnomi fossero cosa di tutti i giorni), chi ti arriva? Dalle sabbie marine, sotto l'attento sguardo dei fotografi, emerge Godzilla e ogni intento costruttivo finisce qua (e non solo perché il mostro fa man bassa di edifici e infrastrutture). L'esercito, compreso quello americano, spara di continuo contro il mostro l'impossibile, mobilitando aerei, elicotteri, incrociatori, fanterie e carriarmati (tra l'altro sbagliando spesso mira, manco fosse una formica, con bombe che esplodono in ogni dove). Quando le armi non bastono si provvede con scariche elettriche a voltaggio supremo. Niente però scalfisce la bestia. Ma non temete... arriveranno in soccorso un vespone gigante (metterà in difficoltà Godzilla a suon di colpi d'ala per effetto degli spostamenti d'aria!?) e le larve che fuoriusciranno dall'uovo. Saranno proprio queste ultime, a suon di spruzzi di tela stile uomo-ragno, che ne decreteranno la sconfitta, mentre la razza uomana starà a guardare, impotente. Pessimo, cos'altro posso aggiungere? Montaggio atroce (specie nella versione italiana, dove ci sono dei tagli praticati con l'accetta). Godzilla si materializza ovunque con i suoi berci stomachevoli. Peggio ancora fanno le due donzelle mignon intente a commentare i combattimenti tra il bestione e le larve, quasi fossero delle ragazze pom pom a una partita di football americano, cantando una canzone rituale che metterà a serio rischio la vostra televisione: qualche bicchiere potrebbe volare in direzione del monitor, vi ho avvisato per esorcizzare il demone che potrebbe impossessarsi di voi. Finale troncato di netto. Ragazzi, no! Solo per estremi cultori, si salvano giusto gli effetti speciali (pur se datati). Giocattolone concepito da e per bambini, ma in Giappone lo amano.  

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