Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Per scrivere nel modo opportuno di Intrigo Internazionale, uno dei film più amati di Alfred Hitchcock, credo sia il caso di dividere la recensione in due punti di vista ben distinti.
Soffermandoci a guardare la pellicola solo con gli occhi critici, dimenticandoci per un attimo di colui che dirige il film e degli attori impiegati, diciamoci la verità, saremmo capaci di vedere in questa pellicola ben più di una pecca. L’eccessivo tono sarcastico, spesso presente e utilizzato dal regista anche in altri suoi film, per smorzare la drammaticità di una scena, qui viene usato in modo eccessivo diventando addirittura disturbante quando, nelle pochissime scene in cui la suspense riesce a farsi palpabile, questa viene bruscamente interrotta da una battuta leggera. Inoltre, avrete sicuramente notato che la madre di Roger Thornhill è interpretata da Jessie Royce Landis che, avendo solo pochi anni di differenza rispetto al protagonista Cary Grant, in quel ruolo risulta forzata e poco credibile, senza considerare poi che il suo personaggio non è nemmeno poi così indispensabile, anzi sembra quasi solo avere il compito di denigrare il figlio, uomo di successo a quanto pare ancora attaccato alla gonella della mamma.
Il film quindi è privo del mordente caratteristico di altre pellicole di Hitchcock, capaci di esasperare le scene fino a condurre lo spettatore ad una sensazione di disagio e di coinvolgimento totale. Possiede però alcune tra le più belle scene che il cinema di Alfred Hitchcock e la settima arte abbiano mai visto ed è qui che entra in gioco il punto di vista cinefilo.
Da amante del cinema sarebbe impossibile negare il fascino di alcune inquadrature, riprese dall’alto con cui il maestro del brivido costella la pellicola, rendendola se non coinvolgente almeno bellissima da vedere. Tra le scene più famose ricordiamo senza dubbio l’inseguimento aereo nel deserto, è il picco massimo di suspense che la pellicola riesce a raggiungere grazie all’utilizzo di numerose inquadrature (132) il coinvolgimento dello spettatore è totale e ne viene fuori una sequenza stupefacente. Anche nelle battute finali, quando la scena si sposta sul monte Rushmore la tensione si impenna permettendo ad Hitchcock di regalarci uno dei finali più belli del suo cinema quasi a volerci dimostrare ancora una volta quanto sia bravo nelle scene in bilico, lo aveva già fatto in Sabotatori del 1942 dove si stava in bilico sulla punta della torcia della Statua della Libertà newyorkese.
Tutto questo dimostra che il cinema di Hitchcock si ripete rinnovandosi volta per volta, la sua filmografia sembra un lungo esperimento a cui si aggiunge ogni volta un tassello, non per niente questo è il film antecedente a quello che poi verrà definito il suo capolavoro; Intrigo Internazionale, per quanto risulti soporifero in diversi punti, e possieda dei difettucci di fabbrica, resta comunque la dimostrazione dell’immensa capacità di dirigere che caratterizza Alfred Hitchcock.
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