Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Capolavoro di Hitchcock realizzato nel periodo di maggior successo del regista inglese che vi arriva dopo aver firmato un trittico di gialli divenuti emblemi del genere, quali La FInestra sul Cortile (1954), L'Uomo che Sapeva Troppo (1956) e La Donna che Visse Due Volte (1958), nonché prossimo a entrare definitivamente nella leggenda con due antesignani del moderno horror quali Psyco (1960) e Gli Uccelli (1963).
Nell'occasione il buon Alfred torna allo spionistico, ma lo fa con una presa che risente molto della sua predilezione per il giallo e il mistery. A differenza di altre sue opere, quali Notorius, il film vanta di una discreta azione, con punte vertiginose da vero e proprio action movie, e beneficia di una completezza offerta dall'inserimento della componente romantica, ma anche di una fortissima ironia (alla Indiana Jones) e di quel senso di incertezza che rende sempre viva l'attenzione dello spettatore.
Ernest Lehman, che strapperà una nomination all'oscar per il copione (quale migliore sceneggiatura originale), innesca tutto con un errore di persona compiuto da degli scagnozzi di un manigoldo a caccia di notizie segrete da un uomo della CIA sotto copertura.
Ha così l'inizio una serie di avventure che portano un povero ma geniale pubblicista a trovare l'amore della vita (la bellissima e sensuale Eva Marie Saint, che ricorda un po' la Emmanuelle Seigner de La Nona Porta), ma soprattutto a sfuggire a una morte pressoché certa, dopo esser stato ubriacato con l'intenzione di farlo piombare in un dirupo (finirà invece per esser centrato da una volante della polizia), quindi dall'accusa di un omicidio, dopo esser stato fotografato al palazzo di vetro con un coltello in mano, e infine a essere avvicinato dalla Cia per diventare un loro agente. Costretto alla fuga, l'uomo, un divertentissimo e divertito Cary Grant (aiutato da battute infarcite di continua ironia), riuscirà a giungere alla risoluzione dei segreti che lo hanno investito ma soprattutto verrà a sapere che l'uomo per cui è stato scambiato, in realtà, non è mai esisistito ma è una semplice ideazione della CIA per far cadere in errore gli avversari politici. Lehman cita il precedente film di Hitchcock Notorius, infatti abbiamo una splendida bionda doppiogiochista che riferisce alla CIA quanto sta facendo il marito e, al contempo, agisce per conto dello stesso giocando con il protagonista in un fleurt che finirà però per farla innamorare davvero. La citazione però si ferma a questo. Intrigo Internazionale, North by Northwest in america, ha una trama assai più sviluppata e complessa della precedente opera di cui, a mio avviso, è assai superiore.
Hitchcock alla regia è estremamente in palla e dispone di discreto budget, una condizione quest'utlima che gli permette di mettere in scena un surreale inseguimento nel deserto della campagna americana tra Grant e un aereo che disinfesta terreni incolti per attendere il momento propizio per smitragliare sul vero bersaglio. Scenico e spettacolare l'inseguimento finale,a piedi, tra i gradini che discendono a fianco delle statue dei volti dei quattro presidenti degli Stati Uniti scolpite sulla parete del monte Rushmore.
Serratissimo il ritmo nella prima parte di film, poi Hitchcock introduce i momenti d'amore con Eva Maria Saint che tiene botta a Grant, con una seduzione e un linguaggio corporeo da femme fatale. Indimenticabile la sceneggiata di Grant, che sfoggia un volto ed espressioni da malandrino, in un'asta di oggetti di antiquariato in cui rilancia offerte inducendo in errore il banditore che pensa che voglia offrire per migliaia di dollari anziché la decina di dollari che lo stesso intende dire in quanto non convinto del valore della mercanzia. Un escamotage per far intervenire la polizia e farsi portare via sotto gli occhi degli scagnozzi dell'antagonista pronti a eliminarlo.
Si segnalano inoltre delle pittoresche inquadrature aeree, una all'esterno del palazzo di vetro e l'altra in aperta campagna, che donano sotto il profilo visivo un taglio artistico che sembra suggerito dall'estro di un maestro del pennello.
Incalzante la musica.
Intrigo Internazionale conquistò tre nomination all'oscar, oltre alla sceneggiatura furono in lizza per il premio anche la scenografia e il montaggio. Capolavoro che non si scopre certo adesso. Probabilmente è tra i cinque capolavori in assoluto del prolifico Hitchcock.
Merita una stella e mezzo in più rispetto all'impressione attuale che si ha nella visione, in virtù del periodo storico in cui è stato girato.
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