Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Nonostante qualche lieve ammaccatura, figlia dei tanti anni trascorsi rispetto all'epoca d'uscita, conserva pressoché immutati il suo fascino e i suoi pregi, da attribuire soprattutto all'autore che lo dirige in cabina di regia. Pur con qualche ingenuità e forzatura, le sequenze di prim'ordine sono talmente numerose e di squisita fattura da eclissare e rendere innocuo qualsiasi eventuale difetto. L'artista, perché merita questo appellativo, unisce un'immaginazione creatrice potente come quella di un bambino a un'inventiva tecnica esperta come solo quella di un vero talento può essere. Dal loro incontro scaturisce un'impronta effervescente, che costituisce il suo marchio di fabbrica. Che si tratti di un thriller oppure, come in questo caso, di un film di spionaggio, sempre si conferma un maestro di riferimento nel creare dal nulla la suspense, la tensione emotiva e il coinvolgimento. Anche se si sarà in grado di anticipare alcuni dei tanti colpi di scena, la passione non verrà meno e si proseguirà fino alla fine senza problemi o cali di motivazione. Gli attori compiono il loro dovere affinché l'approdo persegua gli obiettivi auspicati, rispettando i dettami di chi li orchestra.
Impossibile non consigliare la visione di quest'opera del "grande", però con una raccomandazione: attenzione, perché questi suoi capolavori danno dipendenza! Una volta iniziati, non si riesce più a smettere. Non se ne avrà mai abbastanza, finché non si sarà esaurita l'intera sua cinematografia. E, per chi non lo sapesse, puntualizzo che egli vanta una carriera lunga e prolifica come pochi...
Roger Thornhill, agente di pubblicità, arrestato per aver guidato in stato di ubriachezza, racconta alla polizia una storia incredibile. Mentre si trovava in un albergo di New York, era stato rapito da due uomini, portato nella villa di un certo Townsend, interrogato, costretto a bere del whisky e spinto in una automobile da corsa: si voleva evidentemente farlo morire simulando un incidente. Thornhill ricorda inoltre che i suoi rapitori si rivolgevano a lui chiamandolo George Kaplan...
Come può risultare così interessante pure l'insignificante? Ogni particolare ha il proprio posto. Resta senza risposta il mistero su quale sia il segreto di un simile successo e in che modo vi riesca. Infallibile (o quasi).
L'intraprendente Roger Thornhill.
La bella Eve Kendall.
Il subdolo Phillip Vandamm.
Stavolta mi sembra che Bernard Herrmann ecceda un poco nel rumore dell'invadenza sonora, tanto da farmi quasi apprezzare di più e preferire i momenti segnati dai puri silenzi.
Trattasi di un classico immutabile del suo tempo, quindi niente.
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