Regia di Piero Vivarelli vedi scheda film
Cuba, inizio Novecento. Una ballerina di rumba, dotata fisicamente e fortemente convinta delle proprie potenzialità, si impone di diventare una celebrità. Quando finalmente comincia a ottenere successo, gli avvenimenti politici sull'isola e una tragedia personale la spingono a emigrare in Italia. Ma tornerà presto, per ricominciare a ballare la rumba come solo lei sa fare.
La rumbera sarebbe un titolo difficilmente memorabile, non fosse che si tratta dell'ultima regia di Piero Vivarelli; ma anche considerando questa particolarità il film rimane piuttosto insulso. La storia di una ballerina cubana di rumba che fa di tutto per sfondare, con una sceneggiatura che mescola musica, sentimenti forti, esotismo, erotismo, con un pizzico di Storia in sottofondo: l'idea di per sè non è condannabile, ma la realizzazione esteticamente piatta e, a livello dei contenuti, prossima al televisivo penalizza il lavoro in maniera decisiva. Il nome di Vivarelli rimarrà comunque legato al suo glorioso passato, nel quale peraltro la carriera registica rimane in secondo piano rispetto a quella di sceneggiatore e soprattutto autore musicale; La rumbera può essere interpretato come un canto del cigno, come l'opera di un artista ormai settantenne (classe 1927) che sceglie di congedarsi dal cinema con una dichiarazione d'amore al mondo della musica, da sempre saldamente intrecciato a quello della settima arte. Considerazione che assume ancora più valore alla luce del fatto che la precedente pellicola di Vivarelli risaliva a dieci anni prima (Provocazione, 1988) e la terzultima a quasi altrettanti (Nella misura in cui..., 1979). Nel cast: Barbara Livi, Michele Mercier, Gabriella Giorgelli, Franco Interlenghi, Salvatore Borgese, Giuseppe Zarbo; sceneggiatura del regista e di Patrizia Rosso con la collaborazione di Piero Travaglini e Miguel Barnet, ispirata alla vera storia della rumbera cubana Rachel. 2,5/10.
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