Regia di Carmine Gallone vedi scheda film
Fuggita dal collegio, Manon Lescaut si innamora di Renato Des Grieux, da cui si ritrova però presto abbandonata per colpa del Visconte, suo padre, che non approva l'unione. Manon Lescaut diventa così una prostituta e viene infine spedita nelle colonie del nord America.
La popolare opera di Puccini c'entra, ma fino a un certo punto: questa versione di Manon Lescaut utilizza le musiche del compositore toscano, ma non viene raccontata in forma lirica, bensì seguendo il canovaccio dell'omonimo romanzo scritto da Antoine François Prevost nel 1731. La sceneggiatura, attribuita a Guido Fiorini, non si distacca pertanto dai classici toni melodrammatici di tanto cinema nostrano contemporaneo; a contribuire al fascino del lavoro ci sono interpreti di sicuro impatto come Alida Valli, Vittorio De Sica, Lamberto Picasso, Andrea Checchi e ancora Dino Di Luca, Giulio Donadio, Aroldo Tieri e Jole Voleri. Una visione senz'altro gradevole, per quanto non semplicissima, specie per il pubblico odierno abituato a standard di ritmo e di azione ben più alti; se la regia di Carmine Gallone è salda, comunque, c'è poco di cui sorprendersi: la passione melomane del cineasta è piuttosto nota. Questa sua versione, la prima per lo schermo italiano, anticipa di quattordici anni quella di Gli amori di Manon Lescaut, che sarà diretto nel 1954 da un altro regista strettamente legato al mondo della lirica, ovvero Mario Costa. 4/10.
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