Regia di Wolfgang Reitherman vedi scheda film
19° lungometraggio Disney firmato dall’esperto del genere Wolfgang Reitherman, esteticamente suggestivo, ma nei contenuti piuttosto scialbo. Un Disney minore.
19° classico Disney, realizzato solo parzialmente sotto la supervisione del grande Walt, che morì durante la produzione. “Il libro della giungla” appare, rispetto ad altre pellicole, soprattutto quelli firmate dal regista Wolfgang Reitherman (autore de “La spada nella roccia” e “Robin Hood”), meno ispirato sul piano della scrittura. Pieno di dinamismo, dall’ottima caratterizzazione (alcuni personaggi come Baloo e Bagheera sono ancora oggi vivi nella memoria degli appassionati), ma assolutamente poco brillante sul piano della sceneggiatura, nonostante prenda spunto dal famoso classico letterario di Kipling.
Incantevole, ma è un retaggio vintage, lo stile nel tratteggiare i personaggi e gli ambienti, al cospetto di una computer grafica che oggi ha potenziato clamorosamente lo spettacolo, ma impoverito di gran lunga l’anima dei personaggi. Nella versione italiana doppiaggio da applausi, con Pino Locchi (Baloo) e Corrado Gaipa (Bagheera), ma soprattutto con l’inimitabile voce del grande caratterista Luigi Pavese che dà fiato al burbero elefante, il colonnello Hathi.
Quasi un Disney “minore”, data la matrice e lo stile quasi “pionieristici”, ossia molto concentrati sulla fascinazione intrinseca del mezzo, al di là della qualità del discorso. Una maggiore cura per la messa in scena significa una conseguente considerazione approssimativa per gli aspetti narrativi e soprattutto una minore attenzione alle tematiche alla base del racconto (nel caso specifico diversità e fratellanza). Non un cattivo film, ma al di sotto delle aspettative.
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