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Il libro della giungla

Regia di Wolfgang Reitherman vedi scheda film

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La recensione su Il libro della giungla

di Decks
6 stelle

E' in occasione del suo quarantesimo anniversario che la Disney pubblica questo lungometraggio ispirato all'omonima opera di Kipling e viene a mancare il fondatore Walt Disney, che supervisiona per l'ultima volta un film del suo studio. Il risultato è buono, ma possiede un insieme di pecche che abbassano notevolmente il livello della pellicola.

Prima di tutto torna il problema che aveva colpito 27 anni fa Pinocchio. Nonostante non ci siano eccessivi stravolgimenti di personaggi, i valori tradizionali tanto cari a Kipling qui non sono rispettati o semplicemente scartati perdendo molto dell'opera originaria. La sceneggiatura poi è un po' inconcludente (soprattutto nei dialoghi di Bagheera) e anche Shere Khan che possiede una fierezza inquietante è un po' sottotono rispetto all'opera scritta. Disney riesce a colmare la mancanza con alcuni tocchi di originalità tipo una filosofia di vita (quella di Baloo) amabile e un finale che mostra come le scelte siano spesso condizionate, si anche dall'amore, ma soprattutto dalla curiosità.

E' un peccato oltretutto che il percorso di Mowgli sia così (troppo) simile a quello di Semola quattro anni orsono (persino nelle scene, come il re-impiego dei lupi che saltano su Mowgli identico ai cani di Semola). Episodi spezzati dove avviene l'incontro con svariate forme di vita della giungla, fino alla scelta di Mowgli, che deciderà il suo futuro, ma al contrario della "Spada nella Roccia" a volte vi sono scene prolisse che a parte l'uso umoristico non hanno altro fine (l'incontro con gli elefanti o il risollevamente morale degli avvoltoi). Se nel precedente lungometraggio, però,  gli elementi in cui Merlino immerge Semola sono acqua, terra e aria, qui ve ne è uno solo che stabilirà il vero posto nel mondo di Mowgli. Il fuoco. Mowgli è un ragazzo debole e mingherlino, e potrebbe essere sopraffatto da chiunque in quella giungla pericolosa senza una protezione (persino da delle scimmie). Affrontare Shere Khan è impensabile persino per un orso, ma Mowgli trova l'elemento che ha differenziato l'uomo dall'animale, che gli ha dato il potere di sollevarsi al punto più alto della catena alimentare. Lo scontro con Shere Khan dunque non è una semplice resa dei conti, ma una presa di coscienza, un passaggio dalla bestialità tanto agognata del ragazzo, a ciò che è veramente, un uomo. Meraviglioso è poi l'incontro con Re Luigi, simpatico ma desideroso di scoprire l'arte del fuoco per essere non solo il re delle scimmie ma della giungla. La maestria di governare quell'elemento che ha reso possibile il processo evolutivo dei suoi antenati. 

I personaggi sono nuovamente fantastici, Baloo col suo stretto indispensabile, il saggio Bagheera, il già citato Re Luigi, Shere Khan, e gli avvoltoi (caricature dei Beatles). Non si usa (purtroppo) la stessa filosofia di Bambi, puntando più sull'ironia che sul realismo di un comportamento animale (la marcia militare degli elefanti, la spropositata lunghezza di Kaa) che riescono facilmente a strappare una risata allo spettatore grazie anche alle ottime e divertenti colonne sonore.

Rispetto ad altri classici c'è una storia con meno spunti di altre, con sbavature nella sceneggiatura e nella tecnica. A bilanciare tutto questo vi sono però simbologie interessanti, personaggi avvincenti e una travolgente colonna sonora.

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