Regia di Wolfgang Reitherman vedi scheda film
Finora non ho ancora mai avuto l'occasione di leggere la raccolta di racconti scritti da Rudyard Kipling, nota sotto il nome Il libro della giungla. Quindi qualunque confronto con il materiale d'ispirazione mi è impossibile, sebbene sia facile prevedere che in questa trasposizione vi siano diverse e notevoli "licenze poetiche". Purtroppo questo non fu tra le pellicole della mia infanzia: per fato o per caso, il risultato è che la sua visione fu sempre rimandata. Solo in tempi più recenti mi decisi finalmente a provvedere e rimediare a tale lacuna del mio passato.
Tristemente noto per essere l'ultimo Classico Disney, il XIX per l'esattezza, realizzato prima della scomparsa di Walt Disney, esso è paradossalmente fra i più divertenti. La sostanziale banalità della trama, infatti, trova un suo degno contraltare nella gustosa caratterizzazione dei personaggi. Si ha il tema della famiglia in due declinazioni diverse: quella seria del "nido", incarnato dai lupi guidati dal capobranco Akela, e quella più farsesca e matriarcale degli elefanti, con un impacciato colonnello Hathi sottomesso alla moglie Guendalina (più una spiritosa parodia dell'esercito, con tanto d'ispezione). Si condividono le premure e i timori dell'austero e coscienzioso Bagheera, la pantera nera. Che è quasi un padrino per Mowgli, al pari dell'immaturo e scriteriato (in apparenza) ma parimenti spassoso e irresistibile orso Baloo. E come non provare compassione e sorridere per il povero pitone Kaa, vittima della sfortuna e della sua inettitudine? Famosa è poi la sequenza delle scimmie, con al vertice un Re Luigi in effetti un po' sopra le righe.
Ma l'atmosfera non è, in realtà, soltanto così edulcorata. A mio avviso sono anche riusciti a ricreare e rendere palpabile l'ansia per i pericoli della giungla. In sottofondo permane sempre un'opprimente minaccia, un'oscurità sovente velata, ma che non svanirà mai del tutto, che trova suo pieno sfogo nella spietata tigre Shere Khan, il malvagio avversario che intende uccidere il cucciolo d'uomo.
Il mio giudizio si è arrestato a quattro stelle, è vero, ma non ho dubbi circa il fatto che, se l'avessi visto da bambino, probabilmente sarebbe stato fra i miei preferiti, forse da cinque stelle. Ergo, il mio voto non può non essere che 4,5/5.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta