Regia di Federico Chentrens vedi scheda film
Il monarca di un Paese arabo, in visita a Roma, subisce un attentato, ma sopravvive. Interviene per proteggerlo la Cia, anche perchè gli Usa hanno forti interessi petroliferi nei quali il sovrano è direttamente coinvolto. Ma dietro l'attentato c'è un osso duro da eliminare: un sicario prezzolato proveniente dalla Gestapo.
Federico Chentrens, italiano a dispetto del cognome, esordisce con questa pellicola come regista; la cosa del film che lascia più perplessi in assoluto è la scelta di firmarsi con lo pseudonimo Richard Owens: forse Chentrens non gli era sembrato abbastanza straniero. La sua strada nel cinema sarà breve e poco brillante; a questa spy story da quattro soldi - nel senso della parola: la coproduzione italo-franco-tedesca non disponeva di grandi mezzi, evidentemente - seguiranno due pellicole altrettanto sgangherate in tre anni e un altro paio di produzioncine televisive (ma per la tv australiana, tanto per confondere ancora di più le acque sul personaggio). Qui il ritmo latita, il mistero non esiste proprio e l'azione è diretta con approssimazione: insomma, Un killer per sua maestà appartiene alla fascia più bassa dei titoli del suo filone, che in quegli anni oltrettutto stava estinguendosi. Attori: Riccardo Garrone, Marilù Tolo, Venantino Venantini, Umberto Raho, Gordon Mitchell, l'americano Kervin Mathews, il francese Bruno Cremer e lo svizzero Lukas Ammann; seconde e terze linee che comunque sanno abbastanza il fatto loro per un'operina di tale mediocre fattura. 2,5/10.
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