Regia di Larisa Shepitko vedi scheda film
La protagonista di questo film è il perfetto ritratto della complessa natura femminile, che è un tormentato composto di sogni sentimentali, ideali di indipendenza, e predisposizione al sacrificio. La sua storia personale, divisa tra un remoto ricordo di un amore giovanile e l'attuale legame con il direttore di un museo, è emblematicamente e drammaticamente dominata dal senso del tempo. La vita biologica della donna è infatti suddivisa in diverse età, in cui, con l'aspetto fisico ed il grado di fertilità, cambia anche il ruolo svolto all'interno della società: amante e combattente a vent'anni, madre e lavoratrice a trenta, dirigente e modello di esperienza a quaranta. Nadežda, tuttavia, non sa rassegnarsi all'idea di un'evoluzione a senso unico, esclusivamente finalizzata al consolidamento delle posizioni conquistate e culminante nella celebrazione della fama raggiunta. L'eroica ex-pilota dell'aviazione sovietica, ora autoritaria direttrice di una scuola, non vuole ridursi ad una venerabile icona nella galleria delle patrie glorie. D'altronde tutto, intorno a lei, (la spregiudicatezza della figlia adottiva, lo spirito appassionato e ribelle dei suoi allievi, persino la disinibita giovialità della padrona della birreria) è un invito ad abbracciare con gioia, e senza alcun timore, le proprie naturali inclinazioni, anche quando assumono la veste di una folle corsa all'indietro negli anni, verso un passato che non ha mai smesso di amare. Ne "Le ali" l'idea del volo è la volontà – temeraria e poetica – di sfidare le leggi naturali per affermare la vitale creatività del proprio io, contro la forza di gravità del pragmatismo, e il crescente attrito provocato dall'avanzare dell'età.
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