Regia di Brian De Palma vedi scheda film
De Palma gira un film praticamente perfetto, coniugando spettacolo e sincero impegno morale, grazie anche a un grande cast di attori in cui primeggia l'ancor più grande Sean Connery.
Tra i grandi capolavori di Brian De Palma vi è senza dubbio "The Untouchables - Gli intoccabili" del 1987, sua seconda escursione nel genere del gangster-movie dopo "Scarface" e il suo più grande successo al botteghino. Ispirandosi all'autobiografia dell'agente federale Eliot Ness, tradotta da David Mamet in un copione perfettamente calibrato, il regista assembla un cast all-star che vede come protagonisti Kevin Costner (allora in forte ascesa), Charles Martin Smith, Andy Garcia (ancora sconosciuto al grande pubblico), Robert De Niro nel ruolo di Al Capone (una prova eccelsa seppur in un minutaggio limitato) e il compianto Sean Connery nel ruolo del poliziotto irlandese Jimmy Malone, ruolo che gli frutterà un meritatissimo Oscar come miglior attore non protagonista l'anno seguente.
Ambientato nella Chicago degli anni trenta, durante l'era della grande depressione e soprattutto del proibizionismo, è la storia (ovviamente romanzata, anche se ispirata a fatti realmente accaduti) di quattro uomini incorruttibili e della loro lotta contro il boss mafioso Al Capone, il quale tiene in scacco l'intera città mediante mazzette e violenza e regna incontrastato nel contrabbando di alcool. La magnifica ricostruzione d'epoca, curatissima in ogni dettaglio (tra cui gli abiti di Giorgio Armani), e la bella fotografia di Stephen H. Burum facilitano enormemente l'immersione dello spettatore nella storia e la colonna sonora di Ennio Morricone è contemporaneamente trascinante e drammatica, capace di enfatizzare adeguatamente i momenti più tesi ed esaltanti come quelli più sofferti ed emozionali.
De Palma è bravo nello sfruttare appieno le capacità recitative del suo affiatato e talentuoso cast di attori, girando un film corale dalla forte impronta western e dalla violenza mai esagerata ma comunque onnipresente e inarrestabile. I suoi famosi virtuosismi di regia sono presenti ma assecondano perfettamente la narrazione senza sovrastarla, bensì supportandola al meglio senza lasciare un attimo di pausa allo spettatore, il quale è inesorabilmente avvinto nella lotta manichea ma funzionale dei buoni contro i cattivi, in un film dalla forte carica morale (ma non moralista) e da un anelito di giustizia sacrosanto in mezzo a tanta corruzione e tirannia. Un film che celebra quegli eroi senza macchia e senza paura, fedeli fino alla fine ai propri ideali, che lo scorrere inesorabile del tempo ha cancellato dalla cultura popolare.
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