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The Untouchables - Gli intoccabili

Regia di Brian De Palma vedi scheda film

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La recensione su The Untouchables - Gli intoccabili

di supadany
10 stelle

Quando Brian De Palma nel 1987 si imbarcò nella realizzazione di questo film, era reduce da due grossi flop commerciali (“Omicidio a luci rosse”, 1984, “Cadaveri e compari”, 1986) e aveva un estremo bisogno di un film “alimentare” per poter ritornare ad avere la considerazione, e quindi i denari, da parte degli Studios che per qualità ha oggettivamente sempre meritato (e lo dico pur non amando, come poi è giusto che sia, tutti i suoi film).

Bene, questa è la premessa portante del progetto “The untouchables”, ma il risultato va ben oltre i dati di fatto, infatti la pellicola è galvanizzante, diretta con tanti richiami sonanti al grande cinema che fu e con tante altre qualità che, messe tutte insieme, danno origine a un film dai tratti indimenticabili.

Stati Uniti, nel bel mezzo del periodo del proibizionismo. A Chicago, Al Capone (Robert De Niro) può fare ancora più affari con il traffico illegale dell’alcol e la polizia è tutta ai suoi piedi, pagata per lasciar correre.

Questo fino a quando non arriva in città Elliott Ness (Kevin Costner), che intraprende una lotta senza confini avvalendosi solo dell’aiuto di altri tre uomini scelti, con la sicurezza di non avere pericolosi infiltrati tra le sue fila.

La sua strategia paga fin da subito, ma la vita dei “quattro moschettieri” sarà sempre in pericolo.

 

 

Fin dai titoli di testa, si capisce di stare per assistere al film giusto che forse non ha la corposità narrativa dei migliori “gangster movie”, ma contempla tutto il resto e in presenza preponderante.

Un film tutto da gustare a partire dalle note di Ennio Morricone (almeno tre tracce indissolubili ed in generale un’accompagnamento in grado di far letteralmente volare le immagini e palpitare il cuore) che sottolineano i virtuosi titoli di testa  ed un altro pizzico d’Italia proveniente dai costumi disegnati da Giorgio Armani, a tal proposito una nota gustosa arriva da Sean Connery che si rifiutò di indossare i costumi scelti e a la sua saporita battuta sul carnevale non è casuale a fa respirare a pieni polmoni il clima complice a tutti i livelli presente durante la lavorazione.

Poi c’è il film vero e proprio, diretto con eleganza (e Brian De Palma non rinunciò a prendersi tutti i suoi spazi tanto da far lievitare il budget ed il cinescope è a dir poco splendido) e ricco di spunti, dai più classici (la polizia ordinaria che ha funzione di marionetta di fronte agli interessi dei potenti), per arrivare alla composizione, ed all’azione del ristretto team dei “buoni”, così diversi tra loro, e non solo per gli attori scelti, da amalgamarsi in modo perfetto.

Ad assicurare il pregio poi ci sono svariate scene cult, l’assalto a cavallo (che a livello di script non prevedeva i cavalli, altra grande idea in corso d’opera, quando si dice che il regista conta più di tutto), l’assassinio di Malone (qui la mano thriller di Brian De Palma raggiunge i suoi apici), l’agguato in stazione con la carrozzella come incomodo (grande tensione snervante, attesa che trae ispirazione niente di meno che da “La corazzata Potemkin”) e l’inseguimento sul tetto (omaggio ad Hitchcock soprattutto per la vorticosità della caduta).

Forse solo sul finale si registra una lieve flessione, ma il faccia a faccia tra Kevin Costner e Robert De Niro ridesta velocemente le migliori sensazioni possibili e l’ultima battuta, fulminante leggera e spigliata, contribuisce a chiudere un occhio (e lo si fa senza nessuna fatica).

Note a margine … Ness avrebbe dovuto essere interpretato da Mel Gibson, ma per concomitanze varie non fu possibile, Kevin Costner fu considerato acerbo (ai tempi aveva alle spalle solo un paio di cult a sorpresa), ma accettato di buon cuore (e con soddisfazione a fine riprese), seppur non a cuor leggero; invece per Capone Brian De Palma voleva a tutti i costi Robert De Niro, che però chiedeva troppi soldi per partecipare, la produzione propose Bob Hoskins (ottimo attore, ma non ci vuole un genio per capire che sarebbe stato tutto un altro film nonostante Capone compaia poche volte), De Palma si impuntò portando tutta la produzione in blocco, ma alla fine ebbe la meglio (per fortuna direi); ma non finisce qui, De Niro si presentò a De Palma prima delle riprese ed al regista sembrò assente ed incapace di inscenare l’istrionismo necessario per un personaggio così imponente; il regista rimase scosso e molto preoccupato, ma quando all’inizio delle riprese De Niro si ripresentò era praticamente Al Capone anche nel tempo libero.

Per la cronaca il film ebbe un successo notevole, Brian De Palma si recò preoccupato alla prima proiezione in un cinema, quando arrivò fuori non c’era nessuno, sudore freddo istantaneo, ma quando chiese un biglietto alla cassa si sentì dire che la sala era tutta esaurita e che sarebbe dovuto passare alla proieizione seguente e con largo margine per poter vedere il film.

Cult immortale, oggi più di ieri. 

 

Brian De Palma

Per quanto tutto nasca non da esigenze autoriali ha realizzato un film dalla vasta portata.

La sua mano si vede nitida da tantissime riprese, i suoi movimenti di macchina sono leggeri, ma anche articolati, gli omaggi sono molteplici (vedi il corpo dell'opinione), la direzione degli attori e l'amalgama dell'insieme sono degni di un cult.

Regia a dir poco ottima.

Kevin Costner

Scelto per la parte senza troppo entusiasmo, Kevin ci mette tutto se stesso e sfrutta l'occasione della vita.

Più avanti come attore ha fatto anche di meglio ("Balla coi lupi"), ma il grande salto l'ha spiccato con questo film.

E lo ha fatto con merito.

Molto bravo.

Sean Connery

L'eleganza non è in vendita, lo charme neanche.

Connery ha entrambi e fa la differenza; la scena della sua dipartita la tieni con te per tutta la vita (non solo per merito suo s'intende)..

Indimenticabile.

Robert De Niro

Un perfetto Al Capone.

Interpretazione tutto istrionismo e carattere, ogni sua scena odora istantaneamente di grande cinema.

Attore assoluto. 

Andy Garcia

Giovane propositivo che trova qui la sua ragion d'essere e un trampolino di lancio privilegiato.

Bravo.

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