Regia di Enzo Gicca Palli vedi scheda film
Un bandito viene accusato di una strage che in effetti non ha compiuto. Fortunatamente un 'collega' si mette sulle tracce del vero assassino e riesce a scovarlo. Ma quello che scopre sul presunto innocente sarà ancora più disturbante.
Una delle rare regie di Lorenzo Gicca Palli, maggiormente noto come sceneggiatore (fra gli altri, lavorò per Zampa, Cerchio e Tessari) e più spesso accreditato semplicemente come Enzo Gicca; Il venditore di morte è uno spaghetti western fuori tempo massimo rispetto al periodo d'oro del filone (1965-67), ma non trasandato e dozzinale come la gran parte dei lavori coevi. La partecipazione in prima linea di Gianni Garko e, in un ruolo laterale, di Klaus Kinski, contribuisce alla qualità del prodotto, per il resto sufficientemente curato a livello formale, ma certo poco originale in quanto a contenuti. La particolarità della storia, che segue una sceneggiatura scritta dallo stesso regista, è tutta nel colpo di scena finale che vede il protagonista 'buono-ma-non-innocente' diventare un cattivo a tutti gli effetti: anche questo è pochetto per un genere che faceva vanto dei suoi personaggi mai del tutto candidi, mai del tutto moralmente impeccabili. Nel cast una nutrita schiera di apprezzabili comprimari del cinema nostrano: Luciano Pigozzi/Alan Collins, Giancarlo Prete, Luciano Catenacci (accreditato come Luciano Lorcas) e anche Andrea Scotti. Gicca Palli regista tornerà due anni più tardi con Primo tango a Roma, semisconosciuta pellicola che rifaceva il verso, nel titolo, all'Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci (1972). 3/10.
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