Regia di Ettore M. Fizzarotti vedi scheda film
Far West. A un uomo viene sterminata l'intera famiglia. Shane, questo il suo nome, non può perciò sottrarsi a un lungo e chirurgico percorso di violenza nei confronti dei suoi aguzzini.
L'unica domanda che viene in mente alla visione di Vendo cara la pelle è: cosa ha spinto il principe dei musicarelli Ettore Maria Fizzarotti a girare uno spaghetti western, quanto di più lontano (azione, violenza e sangue) dal suo comune raggio d'azione (canzoni, buoni sentimenti e risate)? Presumibilmente si tratta di quella cosa che muove il mondo: il vil denaro. Altrochè. Primo e unico episodio di Fizzarotti (quello che lanciò nel cinema Gianni Morandi e Mario Merola, per capirci) nel western all'italiana, genere che all'epoca garantiva una minima resa a fronte di una risibile spesa: e infatti si tratta di un prodottino di scarso valore e altrettanta fantasia, stereotipato nella sceneggiatura di Giovanni Simonelli e con un cast davvero poco brillante, Mike Marshall (il protagonista americano) in testa. Ma al suo fianco troviamo poco meglio del vuoto pneumatico: Michele Girardon, Spartaco Conversi, Dane Savours, Germano Longo e "il piccolo Valerio Bartoleschi" (così nei titoli di testa), che già aveva mosso i primi passi sul set di Deserto rosso di Antonioni (1964) e che dopo questa pellicola abbandonerà per sempre il mondo del cinema. Buoni nomi si spendono invece nel cast tecnico: Stelvio Massi cura la fotografia e Daniele Alabiso il montaggio, con Joe D'Amato (Aristide Massaccesi) operatore alla macchina. Ciononostante, la confezione lascia a desiderare e pare trasandata perfino per un mestierante dedito al cinema più pragmaticamente alimentare come Fizzarotti. Che, manco a dirlo, dopo questa fallimentare esperienza tornerà di corsa ai (tardi) musicarelli. 2/10.
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