Regia di Francesca Comencini vedi scheda film
Intorno alle vite di un potente banchiere e della ufficiale di Finanza che sta indagando per incastrarlo si dipanano le vicende di un gruppo di personaggi avidi, squallidi, fondamentalmente miserabili.
Da salvare ci sono essenzialmente due cose: l'idea di partenza, quella di costruire un film corale, atipica - quantomeno per il dramma - nel nostro cinema; e le scelte di casting, funzionali e funzionanti (Luca Zingaretti, Valeria Golino, Giuseppe Battiston, Teco Celio, Valentina Ludovini, Laura Chiatti, Luca Argentero, Bebo Storti). Il risultato nel suo complesso, però, lascia abbastanza a desiderare, pare non sufficientemente levigato nella sceneggiatura firmata dalla regista e da Franco Bernini, che tratteggia una serie di figurine - ciascuna squallida a modo proprio - senza andare a fondo in nessuna di esse; l'intento 'moralistico' di base è poi fin troppo evidente, a partire già dal titolo, che pretenderebbe di definire l'opera quale uno scorcio sulle contemporanee miserie umane (italiane, si capisce). Il dialogo finale fra i due personaggi centrali è l'emblema di tutto ciò: esonda toni patetici e perfino giustizialisti ("Voi come vi permettete? - dice l'ufficiale di Finanza al losco banchiere - Pensate di fare come vi pare, ma questo Paese è anche casa nostra"). Sesto lungometraggio di Francesca Comencini per il cinema, a due anni da Mi piace lavorare (Mobbing) (2004). 3,5/10.
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