Regia di Carlo Ausino vedi scheda film
Nel 1955, nei dintorni di Torino, in una villa avviene una carneficina: due uomini e due donne si uccidono fra loro. 25 anni più tardi, sul luogo si trovano i giovani eredi che, prontamente, senza una ragione comprensibile, cominciano a odiarsi e a meditare di usare violenza l'un l'altro. Solo una ragazza intuisce che sull'edificio è stata posta una terribile maledizione.
Carlo Ausino è stato una meteora del cinema nostrano di genere, sponda trash; complice anche la possibilità di lavorare sempre a budget miserrimo, il Nostro ha diretto 6 film in 7 anni (1975-1982), chiudendo la carriera con Senza scrupoli 2, nel 1990. La villa delle anime maledette è dunque il suo penultimo lavoro, per il quale firma sceneggiatura, fotografia, regia e riveste anche un ruolo di produzione; il problema principale di Ausino è però la sua scarsa competenza dietro la macchina da presa, al di là di qualsiasi scusante. La trama è banalotta e gli interpreti sono quasi tutti semidilettanti, eccettuato un tris di nomi interessanti (Giorgio Ardisson, Beba Loncar e Jean-Pierre Aumont); i mezzi a disposizione sono sicuramente limitati, ma l'imperizia di Ausino riesce comunque a saltare di continuo agli occhi. E dire che c'è pure Stelvio Cipriani a comporre le musiche della colonna sonora: ma neppure lui sembra particolarmente ispirato dall'operazione. Come horror, La villa delle anime maledette non fa pressochè alcuna breccia sulle emozioni dello spettatore: tanto basti a spiegare perchè non funziona. Oltre a tutto il resto già citato. 2/10.
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