''Ecco... il film dovrebbe finire qui, anzi: è finito. Mi sembra di sentire la voce di un mio antico produttore: “Ma come?! Finisce così... senza un filo di speranza... un raggio di sole! Ma dammi almeno un raggio di sole!” mi supplicava, alle prime proiezioni dei miei film. Un raggio di sole? Ma, non so... proviamo.''
Così si conclude l'ultima ''grande'' opera di uno dei piu grandi maestri del cinema italiano, Federico Fellini, che ha fatto del cinema una delle sue grandi ragioni di vita, oltre anche al cibo e alle donne. Perchè l'ultima grande opera proprio vi chiederete? Perchè questo ''mockumentary'', come lo possiamo chiamare, è chiaramente una sorta di testamento spirituale della creatività e genialità felliniana, ma soprattutto il racconto di come nasce il personaggio di Fellini, giovane ambizioso ragazzotto di Rimini che, sul finire degli anni 20', si trasferisce a Roma assieme alla famiglia, alla sorella e al fratello e comincia la sua cavalcata prima scrivendo per la radio e i giornalini per ragazzi dell'epoca, come il Marc'Aurelio, per poi passare al cinema, prima comico (scrive inoltre alcuni film di Macario) e dopo impegnato, ottenendo soprattutto le sue prime candidature all'Oscar (in particolare con i film di Rossellini), in totale 5, ricevuti durante la sua lunga e fortunatissima carriera (l'ultimo è del 1993, e sappiamo già com'è andata.)
Qui ad interpretare il giovane Fellini è il metà-esordiente Sergio Rubini, che si era già fatto un nome con piccoli ruoli in film di autori di rilievo, come Valentino Orsini, ed a condire il cast ci sono gli amici, i colleghi, la famiglia e tutti coloro che hanno seguito il maestro per tutta la loro carriera, da partire dal aiuto-regista Maurizio Mein fino all'amico e alter-ego Marcellino Mastroianni per arrivare fino all'collega elettricista Meninuccio, che ha lavorato molto per i film del Maestro e che è il protagonista di una delle moltissime delle battute piu famose del film (''Non mi funziona piu il megafono, si è scaricato! Meninuccio, Meninuccio?'').
Il film non è da prendere sul serio, è come se fosse un ritratto di famiglia. Un ritratto sicuramente che non svanirà nel tempo, poichè immortale, come il suo autore, Federico Fellini.
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