Regia di Riccardo Freda vedi scheda film
A metà del diciassettesimo secolo la Francia alimenta la faida intestina spagnola, fomentando i venti di indipendenza della Catalogna. A Barcellona Don Cesare di Bazan si destreggia tra intrighi e duelli riuscendo a salvare la vita del re e a conquistare il cuore di una bella fanciulla.
Classe 1909, Riccardo Freda al suo debutto registico con questo Don Cesare di Bazan aveva 33 anni (siamo nel 1942), ma anche una discreta carriera come sceneggiatore alle spalle. Pur proseguendo a licenziare copioni – soprattutto per sé stesso – anche negli anni seguenti, è cosa nota che il suo futuro sarà dietro alla macchina da presa. Le sue doti sono già apprezzabili qui, d'altronde; Don Cesare di Bazan è un modestissimo prodotto in stile cappa & spada destinato a un pubblico di scarse pretese, ma confezionato in ogni caso con sufficiente cura, solido nella struttura narrativa quanto basta e può inoltre vantare come protagonista l'aitante Gino Cervi. Nel cast compaiono anche Paolo Stoppa, Anneliese Uhlig, Enzo Biliotti, Carlo Duse ed Enrico Glori; Freda risulta anche accreditato come produttore e come sceneggiatore insieme a un tris d'assi quale quello composto da Sergio Amidei, Cesare Zavattini e Vitaliano Brancati. A conti fatti sembrano nomi perfino sprecati per un lavoro dalle simili aspettative, che non possono per forza andare oltre al mero intrattenimento. Tratto dal dramma francese ottocentesco Don Caesar de Bazan, di Adolphe d'Ennery e Doumanoir. 3,5/10.
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