Regia di Rob Sitch vedi scheda film
Il cinema australiano e neozelandese, mi ha da sempre incuriosito per la sua freschezza di idee ed attori, oltre che idee registiche, che purtroppo molto spesso sono state assimilate dal sistema americano, che ne ha distrutto in parte o del tutto i talenti. Idee diverse, che non puntano sulla spettacolarità fine a sé stessa, ma su dei concetti più interessanti e fuori dal comune, che riescono a captare la nostra curiosità in maniera cinematograficamente valida e stimolante. Qui siamo nell’ambito della commedia sociale, certamente come ho letto sarebbe da gustare in lingua originale, dato che fa riferimenti espressamente legati al modo di vivere e parlare australiano; qui siamo nella tonalità della commedia al limite del surreale, visto i personaggi che prende in considerazione e attraverso questi riesce a fare una critica entrante alla società che li circonda. Un capo di famiglia strampalato che vive delle sue idee e dei suoi principi, negando , ai nostri occhi, l’evidenza più chiara, ma alla fine con la forza del suo carattere ed una dose di naif puro riesce ad averla vinta, e la vita si riprende i valori veri su cui dovrebbe essere basata, buttando a mare tutte le artificiosità che ce l’hanno resa impossibile. Divertimento, anche sull’assurdo, ma sempre fruibile che ci porta anche a riflettere. Sul problema della casa abbiamo diversi esempi, ma quasi tutti su un altro piano. Nel film si riconosce un giovane Eric Bana nel ruolo breve del genero.
Una storia quasi surreale, ma divertente
una regia efficace che ata dietro al suo personaggio principale
spassoso e divertente
nel ruolo della molgie accoddiscndente, ma non troppo
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