Regia di Turi Vasile vedi scheda film
Disavventure in caserma (e fuori) per un gruppetto di militari. C'è chi fa il cascamorto con tutte, appena in libera uscita, e chi abbraccia completamente la vita da soldato; e c'è anche Gianni, aspirante scrittore innamorato della figlia di un editore, nonchè sorella di un suo commilitone.
Commediola che lascia il tempo che trova, Classe di ferro è la terza regia di Turi Vasile, già attivo da qualche anno anche come sceneggiatore e produttore (il ruolo che porterà avanti più assiduamente); poco di memorabile a partire dal cast, che sfoggia fra le prime linee l'aitante Renato Salvatori (appena reso celebre da Poveri ma belli, di Dino Risi), la svizzera Madeleine Fischer, meteora di quel periodo, e lo spagnolo Vicente Parra, destinato a non lasciare il segno perlomeno nel nostro cinema. In ruoli marginali o minori troviamo anche Memmo Carotenuto, Maria Teresa Vianello, Walter Santesso; la trama non va granchè per il sottile, incrociando qualche facile storiella di militari dalle vicende prevedibili, facendo perno sul nodo romantico della questione, il cui scioglimento comporta giustamente la fine del film. In fase di sceneggiatura Vasile viene affiancato da un giovane promettente, al suo secondo copione; in futuro verrà però ricordato maggiormente come regista: parliamo di Antonio Margheriti, che non a caso esordirà pochi mesi più tardi dietro la macchina da presa in Gambe d'oro, co-regia proprio con Vasile. Risatine, buoni sentimenti, qualche siparietto musicale (tanto per prendere tempo), lieto fine inevitabile: in Classe di ferro altro non c'è. 3/10.
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