Regia di Francesco De Robertis vedi scheda film
Un aviatore, reduce della seconda guerra mondiale, va alla ricerca di tre suoi commilitoni. Sono tutti superstiti, ma due sono rimasti mutilati e invalidi; il terzo, perfettamente integro, è diventato un imprenditore di successo.
Uomini e cieli è uno dei due film girati da Francesco De Robertis nel 1943 (l'altro è Marinai senza stelle); pellicola di propaganda bellica senza mezzi termini, venne però tenuta in sospeso dall'armistizio dell'8 settembre e rimaneggiata in seguito alla fine del secondo conflitto mondiale, per uscire nel 1947 con nuovi dialoghi (e un nuovo doppiaggio) e rinnovati contenuti ideologici e morali. Nella sua forma definitiva l'opera è un omaggio - dichiarato fin dai titoli di testa, in un'esplicita didascalia - ai reduci di guerra, omaggio tributato con la messa in scena delle vicende di quattro aviatori sopravvissuti alla guerra e in grado di cominciare una nuova vita. Qualcuno è rimasto invalido, c'è chi si sposa e mette su famiglia, ma c'è anche chi preferisce buttarsi negli affari: anche l'economia è un tassello fondamentale per lo sviluppo di una nazione, sostiene uno dei personaggi nel finale, paragonando quella degli affari alla guerra propriamente detta. Soggetto e sceneggiatura sono dello stesso De Robertis, fra i maggiori esperti di cinema bellico del Belpaese; sempre a sua cura sono le scenografie, il montaggio e la musica, a dimostrazione delle competenze acquisite dal Nostro in pochissimo tempo (il suo esordio registico è del 1940, Mine in vista). Attori presi fra la gente comune, ma che non sfigurano affatto. 3,5/10.
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