Regia di Woody Allen vedi scheda film
Ho dovuto rivedere "Interiors" a distanza di anni perché non lo ricordavo più, e mi ha fatto ancora una buona impressione. Il primo film esplicitamente bergmaniano di Woody Allen non raggiunge i livelli di "Annie Hall" e "Manhattan", i due capolavori fra cui si trova incastrato nella filmografia dell'autore, ma è comunque un'opera rigorosa, che ci offre un'immagine attendibile delle nevrosi familiari e delle angosce esistenziali di un gruppo familiare della upper middle class di New York. La sceneggiatura è efficace nel disegno dei personaggi e nell'impostazione delle dinamiche relazionali, anche se a tratti non mancano alcuni dialoghi un po' supponenti e troppo intellettuali che causarono lo scontento degli ammiratori del regista all'epoca (per quanto mi riguarda, soprattutto quelli del marito di Renata, lo scrittore fallito interpretato da Richard Jordan, che mi sembra la figura meno risolta nel gruppo di personaggi). Tuttavia, la regia è molto abile nel rimediare a queste piccole scorie con una messinscena quasi tutta d'interni che sa dare un notevole risalto ai volti degli attori e agli ambienti freddi e geometrici che fanno da sfondo al dramma. "Interiors" è una sorta di "ensemble piece" dove non c'è un vero protagonista e gli attori si sfidano in una gara di bravura, con una Geraldine Page straordinaria nel ruolo della madre dai nervi fragili che ebbe una meritata nomination, ma anche una Diane Keaton meno estrosa e più sofferta e un'ottima Mary Beth Hurt nella parte della tormentata Joey. Nonostante certe imperfezioni, è un film che merita un'analisi attenta e che non può essere etichettato come la parodia di Bergman che vi vollero vedere certi critici dell'epoca, in maniera ingenerosa. Oltre al modello di Bergman, si respira un'atmosfera da teatro alla Eugene O'Neill che ne arricchisce la densità culturale, mentre la fotografia di Gordon Willis cattura con sapienza le sfumature luministiche di interni oppressivi e tetri. Film da riscoprire per gli appassionati di Woody, superiore a parecchi suoi film più recenti.
Voto 8/10
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