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Interceptor - Il guerriero della strada

Regia di George Miller vedi scheda film

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La recensione su Interceptor - Il guerriero della strada

di YellowBastard
8 stelle

 

Poster Interceptor - Il guerriero della strada

 

Dopo lo splendido quanto improvvisato successo di Interceptor (Mad Max) a George Miller arrivarono ovviamente numerosissime offerte da parte di Hollywood, compresa quella di dirigere una nuova pellicola con Sylvester Stallone chiamata Rambo, ma che infine rifiutò per dedicarsi invece a... un film sul Rock and Roll (!?!!) chiamato provvisoriamente Roxanne ed elaborata insieme allo sceneggiatore Terry Hays, con il quale aveva già collaborato in Interceptor, ma il progetto si arenò quasi subito risolvendosi in un nulla di fatto.

Tornò quindi all’idea di realizzare, questa volta per davvero, un seguito di Interceptor, sempre con il fidato Hays, che gli potesse permettere, visto il potenziale budget molto più alto a disposizione, di riprendere alcune delle idea abbandonate con il primo capitolo proprio per la mancanza di denaro.

 

Interceptor - Il guerriero della strada - Wikipedia

 

Distribuito in Australia nel Dicembre 1981 (arrivò in italia nell’agosto del 1982 col divieto ai minori di anni 18) Interceptor - Il guerriero della strada (titolo derivato da quello americano The Road Warrior in quanto distribuito dalla Warner Bros nel mercato USA come pellicola autonoma e non come seguito del precedente Mad Max. Perchè? E chi lo sà!) è, di fatto, il film che ha trasformato la saga in un instant-cult (si formarono veri e propi Fan Club di “guerrieri della strada” che ancora oggi organizzano incontri ed attività a tema), confermando il talento visivo del suo (ormai non più) sconosciuto regista e inaugurando il ritorno del filone della fantascienza mediovale barbarica e influenzando enormemente le future pellicole con le stesse ambientazioni, divenuta ormai canonica un pò per tutti.

 

Fruibile anche senza aver visto il precedente capitolo, in quanto il breve riassunto iniziale più che un vero e proprio collegamento al film precedente pare più un’introduzione alla nuova realtà che ci si appresta ad osservare, aspetto che tra l’altro ha favorito le intenzioni della Warner di presentarlo come pellicola indipendente, l’Australia tornò così ad essere nuovamente teatro di scontri tra bande di automobilisti ma questa volta l’aspetto post-apocalittico si fà ancora più marcato ed estremo.

La fine della civiltà non è più prossima e l’umanità ha finito infine per divorare se stessa, lasciandosi alle spalle solo pallide ombre di ciò che eravamo e che vede il nostro protagonista, uomo disperato e alla deriva, un sopravissuto e simbolo di una razza umana stanca e morente e che lambisce ormai la bestialità, trovarsi suo malgrado nel mezzo di una lotta tra fazioni per il controllo delle poche riserve di petrolio rimaste.

 

Foto del film Interceptor - Il guerriero della strada @ ScreenWEEK

 

Uno degli aspetti più importanti della pellicola, oltre all’ambientazione molto particolare ed originale, è infatti nella violenza di fondo di questa nuova umanità barbara e senza controllo, accentuandone ulteriormente gli aspetti più violenti già presenti nel primo Interceptor, ma non tutto andò proprio secondo i piani.

Per una maggiore resa realistica degli scontri fu ingaggiato un nutrito team di stuntman e questi furono protagonisti di esecuzioni talmente estreme e pericolose che spesso si registrarono degi incidenti e molti di loro rimasero anche feriti.

Cosa però che non impedì a Miller di inserire nel film proprio alcune di queste sequenze ma che finirono anche di procurargli qualche problema con la censura.

Infatti la versione originale del film fu pesantemente censurata dai distributori australiani proprio per la violenza di certe immagini, cosa che si ripetè più tardi anche con la distribuzione negli Stati Uniti, con la MPAA che accorciò alcune delle sequenze (alcune copie pre-censura dalla MPAA esistono ancora mentre del film originale censurato in Austarlia è andato tutto perduto).

 

Mad Max e una fra le scene d'azione più belle di sempre ...

 

Nonostante questo ma grazie agli inseguimenti sempre gestiti in modo spettacolare e carichi di adreanlina il film fu comunque un successo commerciale e vinse anche diversi premi, tra cui il Saturn Award per il miglior film internazionale.

Va dato merito di questo anche alla fotografia di Dean Sempler e, soprattutto, alle scenografie di Graham Grace Walker e al lavoro della costumista Norma Moriceau e al suo stile punk adottato che rese popolare nelle opere di fantascienza di quel periodo generi quale di cyberpunk, lo steampunk o addirittura anticipando il più recente dieselpunk.

 

Tra le vari ispirazioni per la pellicola non può sfuggire il richiamo ai film di Sergio Leone e dove Mel Gibson interpreta la versione post-apocalittica dello Straniero senza Nome di Clint Eastwood, non a caso Miller dichiarò di essersi ispirato anche alle opere di Kurosawa ma il polveroso deserto australiano è un chiaro richiamo alle polverose steppe spagnole teatro della maggior parte dei western Leoniani, e con gli strampalati automezzi di Miller al posto dei cavalli, ma l’ossatura principale della storia attinge invece direttamente all’Illiade di Omero e all’assedio di Troia, con tanto del trucco del cavallo di Troia ma questa volta invertito e l’inganno è degli assediati ai danni degli assedianti.

Altre influenze furono ancora la fantascienza dispotica anni’70 (in primis Il pianeta delle scimmie), la crisi petrolifera già alla base del primo Mad Max ma anche serie TV come l’inglese I sopravvissuti o addirittura i fumetti (soprattutto sempre l’inglese 2000AD tra cui anche Judge Dredd).

 

mad max shirt close up - Google Search | Aussie cattle dog, Cattle ...

 

VOTO: 8

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