Regia di George Miller vedi scheda film
Nel secondo capitolo della trilogia di Mad Max vengono ripresi ed ampliati i temi del primo episodio. Dopo la perdita della famiglia e la vendetta, il verificarsi di uno spaventoso conflitto mondiale che lascia dietro di sè solo brandelli di società e pochissime risorse, rende Max un nomade che vaga con la sua vettura "Interceptor" in uno sterminato deserto, interessato esclusivamente alla propria sopravvivenza, che passa necessariamente per il procurarsi carburante. Il contatto con un gruppo di persone interessato ad uscire dal deserto per edificare nuovamente una civiltà, gli offre un'occasione di salvezza "morale". Questo film è meno drammatico e più avventuroso del primo. Ben riuscita la ricostruzione del mondo devastato dal conflitto: una distesa arida popolata per lo più da persone violente ed inselvatichite. Ancora una volta, il potere è di chi ha i motori, o, meglio, il carburante per farli muovere: pertanto, di fianco ai bei costumi, vediamo una ricca moltitudine di moto, vetture, camion, etc., nonchè armi anomale, ma comuni nell'iconografia del genere ... doppietta trasformata in pistola con due colpi, boomerang, lanciafiamme. L'azione non manca ed è racchiusa per lo più nelle lunghe sequenze di inseguimenti. Nella norma le recitazioni: Mel Gibson è abbastanza convincente. Questo è l'episodio della trilogia che ho apprezzato di più ed indubbiamente è rimasto nel cuore di molti spettatori. Il recente Mad Max sembra ispirato direttamente a questo, per ambienti ed eventi. Inoltre, ritroviamo elementi ed atmosfere del film in molti prodotti successivi (Ken Il Guerriero, Brendon, molti videogiochi).
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