Regia di George Miller vedi scheda film
Quelli nati nel ventennio tra gli anni ’70 e ’80 hanno vissuto il fascino delle atmosfere post-apocalittiche del famoso manga giapponese di “Ken il Guerriero”; ebbene lo stesso autore (Buronson) ha dichiarato in più interviste che la straordinaria saga fumettistica e animata è stata ispirata proprio da questo film, più comunemente riconosciuto come “Mad Max 2”. Le somiglianze negli abbigliamenti e nelle atmosfere sono evidenti.
Intervista a Buronson (autore di Ken il Guerriero)
“Interceptor – Il guerriero della strada” (o più sbrigativamente con il titolo originale "Mad Max 2") è pressoché unanimemente riconosciuto come tra i migliori film d'azione al 100%.
Certamente è tra i primi a rappresentare quei luoghi e quelle atmosfere post-apocalittiche che tanto sono state successivamente imitate nel cinema, nei fumetti e negli anime giapponesi. Una sorta di ritorno ad un medioevo barbarico futuristico (lasciatemi passare la definizione sbrigativa che ha mille perchè). Dalla prima all'ultima scena è puro spettacolo dell'azione; pochi film prima di lui sottolineano con tale forza una evidente prevaricazione dello stile e dell'azione sulla sceneggiatura e sullo sviluppo del personaggio. I caratteri dei personaggi infatti sono quasi del tutto definiti da quello che fanno , piuttosto che da quello che dicono; la maggior parte dei personaggi non sono nemmeno identificabili dal nome.
La forza dell'azione rappresentata in "Mad Max 2" deriva principalmente dalle elaborate coreografie, con incidenti e inseguimenti automobilistici su strade sterrate o su polverose autostrade deserte, eseguiti da veri stuntman, senza effetti speciali e CGI.
Ulteriore merito del film è stato portare l'interprete principale (Mel Gibson) alla ribalta internazionale.
Nel primo episodio della trilogia, il protagonista Mad Max (agente scelto della polizia) perde tutto, compresi un collega e tutta la sua famiglia, a causa di una banda di pirati motorizzati che sfruttano il crollo dell'ordine sociale per razziare tutto ciò che trovano. Abbiamo lasciato un Max che pianificata la sua vendetta, a bordo della più potente auto della Polizia, la V8 Interceptor Bmw V772, e ingaggia la ricerca degli assassini, uccidendoli uno dopo l'altro.
In questo secondo episodio lo ritroviamo come un solitario che viaggia nel deserto australiano per la sua stessa sopravvivenza. ll crollo dell'ordine sociale è completo, le strade sono governate da bande di pirati motorizzati che sgozzano e saccheggiano le sparute sacche di civiltà, organizzate in autonome piccole comunità, guidati da leader carismatici. In altre parole la "guerra di tutti contro tutti" di Thomas Hobbes è diventata la norma universale. Una di queste piccole comunità controlla una raffineria di petrolio nel deserto australiano (come ci sono arrivati, come si unirono, non verrà mai spiegato per favorire nel film la dinamica dell'azione). I nemici in questo episodio sono una banda di predoni guidati da un leader che indossa una maschera da portiere di hockey su ghiaccio e biancheria sado-maso, un tipo ipertrofico chiamato "Signor Humungus", che decide di conquistare la raffineria di petrolio e schiavizzare le donne della comunità. Max aiuterà la tribù a portare via tutto il carburante accumulato in cambio di benzina per la sua auto. La fuga con la cisterna attraverso il deserto porterà allo spettacolare finale sotto i continui attacchi da parte degli uomini di Humungus. E' qui la parte molto suggestiva del film caratterizzata da una lunga sequenza di inseguimento. Max sarà costretto ad usare la sua agibilità e ingegno istintivo per respingere le orde di motocicli e pick-up, magnificamente modificati.
Mad Max 2 se brilla per l'azione, volutamente difetta di sceneggiatura; quest'ultima risente di vuoti della trama che pongono domande alle quali nessuno mai darà risposte. Ad esempio, come ha fatto la comunità che ha il petrolio a scoprire il sito della raffineria? Come si alimenta in un deserto apparentemente privo di acqua o vegetazione? Naturalmente una risposta non c'è, perchè si è dato un approccio minimalista allo sviluppo dei personaggi (sia individui che comunità), che mette in risalto l'azione piuttosto che il dialogo, il che garantisce un alto valore di intrattenimento, sottolineato anche da una semplificazione della natura tribale dei gruppi in conflitto (che vengono facilmente identificati dallo spettatore attraverso il colore dei vestiti, il look, il viso e il trucco degli occhi).
Mad Max 2 è ovviamente un prodotto del suo tempo, ma nessuno negherà che ha creato una originale visione del genere d'azione con atmosfere del tutto nuove, che hanno creato un luogo archetipo successivamente preso a prestito. Una pietra miliare del genere "d'azione" con una firma facilmente riconoscibile, quella del regista George Miller. Questo è pure un segno di un'opera d'arte.
Un film da tenere gelosamente nella collezione, sopratutto per chi come me ama il genere "d'azione".
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