Regia di Nunzio Malasomma vedi scheda film
Un violinista senz'arte nè parte si ritrova a dover sposare - senza consumare - la coinquilina della fidanzata per poter frequentare il pensionato femminile ove entrambe alloggiano. Naturalmente il triangolo non può reggere a lungo e i due finti sposi ben presto si rendono conto di essere effettivamente attratti l'uno dall'altra.
Commediola sui generis, piuttosto bizzarra per i tempi che correvano nel 1940, Dopo divorzieremo è tratta da un testo teatrale di Alessandro De Stefani tradotto in maniera efficace sotto forma di sceneggiatura cinematografica dallo stesso De Stefani, dal regista Nunzio Malasomma e da Sergio Amidei. La storia è abbastanza coraggiosa per l'epoca e infatti viene ambientata negli Stati Uniti, cosa che permette oltretutto di sfruttare l'espediente del divorzio al centro del piano cervellotico architettato nel film (ma che comunque non avviene mai, per rassicurare il pubblico italiano); buono il ritmo - con un paio di momenti musicali a spezzarlo - e affiatati gli interpreti, va senza dubbio riconosciuta la volontà di svariare e di osare qualcosina di più del solito, pur rimanendo aderenti a temi e toni tipici del periodo. Amedeo Nazzari, Vivi Gioi e Lilia Silvi sono i tre nomi principali sulla locandina, ma in scena troviamo anche Noelle Norman, Stefano Sibaldi e Lia Orlandini; per Malasomma, che aveva approcciato la macchina da presa quasi venti anni prima, si tratta di ordinaria amministrazione, però curata con la dovuta perizia, tant'è che al successo della pellicola fece seguito la sua versione per il mercato spagnolo dallo stesso regista diretta, con quache cambio fra gli attori (Maria Mercader per la Gioi, Roberto Rey al posto di Nazzari): El marido provisional, uscita nella penisola iberica al termine di quello stesso anno. 4/10.
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