Regia di George Miller vedi scheda film
Mai guardare un film con troppe attese, questo sembra un metadocumentario ambientato più che nel futuro in una realtà parallela che di fantascientico ha ben poco a parte i gusti dei designer di automobili. La trama è assolutamente originale: un poliziotto si vede bruciare un collega, assassinare la moglie ed il figlio e, strano a dirsi, decide di vendicarsi degli assassini. Tutto viene raccontato senza eccessivo pathos, passano davanti le solite scenette di amore familiare e poi, quasi in unica sequenza temporale, si passa subito al Mel Gibson incazzato che resta imperterrito mentre trucida i carnefici dei due terzi della famiglia del Mulino Bianco. Forse c'erano troppe attese, forse qualcosa è sfuggito al mio occhio inesperto; sta di fatto che la storia sembra davvero troppo banale ed anche il modo di raccontarla non desta particolari entusiasmi. Voto 4.
I dialoghi, sono di una banalità terrificante. Non manca il richiestissimo: "quand'ero piccolo, andavo con mio padre...".
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