Regia di Franco Brocani vedi scheda film
Caleidoscopico minestrone di riflessioni esistenziali sulla vita, la morte, la società, il ruolo degli esseri umani nel mondo, l'equilibrio dell'universo, l'evoluzione dei rapporti fra persone e parecchio altro, il tutto inserito in un contesto che mira ostentatamente ad una ricercata estetizzazione. Figlio diretto dei lavori di Schifano, nonché probabile tentativo di bissare un capolavoro straordinario come Nostra signora dei turchi (non a caso a Bene è riservata una parte), temo che questo film rimanga ad anni luce dalle vette che vorrebbe raggiungere. La destrutturazione post surrealista della narrazione diviene pretestuosa ed inconsistente dopo pochi minuti, i tentativi di filosofeggiare naufragano rovinosamente in scene di dubbio gusto ai limiti del ridicolo e le interpretazioni sono esagerate e stucchevolmente gigionesche. Ma il problema fondamentale, ed è strano dirlo, è che Brocani non ha lo sguardo adatto per un'opera simile: Necropolis è un film che difetta terribilmente di risoluzione estetica, di senso dello spazio, di un'adeguata gestione dei tempi, di contestualizzazione delle scenografie e delle musiche. È uno di quegli esempi emblematici di quanto il cinema (ma l'arte in generale) quando tenta di essere sperimentale a tutti i costi, possa finire col diventare paradossalmente scolastico e risaputo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta