Regia di Bruno Mattei vedi scheda film
Diretto dal mestierante di serie C Bruno Mattei e scritto dal fedele sodale Claudio Fragasso, questo La vera storia della monaca di Monza è la banalizzazione in chiave soft-porno delle vicende conventizie del personaggio narrato anche dal Manzoni nei Promessi sposi. Mattei, un po' per precauzione e un po' per omaggiare il Borowczyk di La bestia (1975; il coito equino in apertura di pellicola è assolutamente inequivocabile, come tributo), assume lo pseudonimo dal sapore est-europeo di Stefan Oblowsky, che peraltro manterrà solamente nel successivo L'altro inferno (1981), altro nunsploitation (film di violenza, sesso e suore) e poi dismetterà del tutto. Violenza, sesso e suore: si è già detto tutto quel che importa sulla pellicola, altro semplicemente non c'è; tutto è piuttosto gratuito e viene messo in scena alla buona, confidando nello spirito onanista e pertanto poco puntiglioso dello spettatore. La cecoslovacca Zora Kerova, già avvezza a simili ruoli, è la protagonista; nel cast d'altronde nomi degni di nota - sia pure una minima, minuscola nota - non ce ne sono proprio: Mario Cutini, Franca Stoppi, Ornella Picozzi 'recitano' nelle altre parti centrali. Oltre a essere un prodotto inconsistente, è pure sciatto. 1/10.
Marianna, ragazza di buona famiglia, viene costretta dal padre a entrare in convento, dove prenderà il nome di Virginia Maria. Il luogo è però un ricettacolo di sesso smodato e violenza.
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