Regia di Gianfranco Baldanello vedi scheda film
Alla morte di un anziano facoltoso, le due nipoti accorrono per l'eredità. Le cugine sono però troppo diverse fra loro e, soprattutto, nessuna delle due è disposta a dividere l'eredità con l'altra. Ecco che accade l'imprevedibile.
Fino a quel momento Gianfranco Baldanello aveva girato solamente qualche risibile western all'italiana, per giunta di fattura particolarmente misera; con Yellow - Le cugine il regista sembra volersi confrontare con un cinema più 'adulto', più consapevole delle proprie potenzialità, eppure tutto sfuma molto rapidamente nell'ennesima bolla di sapone. Perchè l'affresco generazionale borghese che si lascia intuire nei primi minuti di visione sfocia presto in un gialletto (da cui il primo titolo dell'opera?) a tinte lievemente erotiche e fortemente pop, cosa che nel 1969 non costituisce peraltro più alcuna novità. E anche la trama stessa del lavoro è di evidente banalità, a causa di una sceneggiatura (Augusto Finocchi, anche autore del soggetto con Vittorio Metz) che imbastisce situazioni, dialoghi e personaggi con una certa, eccessiva leggerezza. Maurizio Bonuglia, Caterina Barbero e l'americana Lisa Seagram interpretano i ruoli centrali della vicenda; non un cast eccezionale, con un paio di buoni caratteristi (Renato De Carmine e Attilio Dottesio) in parti marginali. Momento esplicativo di tutta l'opera: la lunghissima, infinita scena con il suonatore di sitar, sostanzialmente insignificante a livello narrativo, ma presumibilmente utile per impressionare un altro po' di pellicola in qualche modo. 2/10.
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